Quando aprire un conto corrente?

Agli italiani il contante piace, ma l’utilizzo delle carte di pagamento sta rapidamente emergendo come l’opzione dominante. A rivelarlo è Banca d’Italia, secondo cui nel corso del 2022, il numero di transazioni effettuate con carte di debito è balzato del 25% rispetto all’anno precedente, confermando una tendenza in costante ascesa. Come gestire, quindi, il proprio denaro in maniera consapevole in un’era in cui tutto va digitalizzandosi, perfino i pagamenti? Per il 90% delle famiglie italiane la risposta è il conto corrente.

Si tratta di uno strumento che consente di ricevere entrate come lo stipendio o la pensione ed effettuare pagamenti, anche utilizzando diversi strumenti come la carta di debito (meglio conosciuta come Bancomat) la carta di credito e i bonifici. Ma attenzione: il conto corrente non è uno strumento ideale per far fruttare i propri risparmi. Non genera rendimenti, perché i fondi depositati non producono interessi, o se lo fanno, il tasso di interesse sulle somme depositate è generalmente molto contenuto. Per questo occorre considerare se è utile aprirne uno. Se si hanno esigenze limitate, ad esempio, potrebbe essere sufficiente una carta prepagata che ci consente, dopo averla caricata con una somma di denaro, di effettuare prelievi di contante e acquisti nei negozi e su internet.

Bisognerà, inoltre, considerare i costi legati all’apertura e al mantenimento di un conto, che variano da banca a banca. Questi costi si suddividono in una componente fissa e una variabile. La prima comprende spese di apertura, imposte di bollo e canoni di gestione del conto, da pagare indipendentemente dal numero di operazioni effettuate. I costi variabili, invece, si applicano a singole transazioni, come le commissioni per prelievi presso sportelli Bancomat di banche diverse dalla nostra o all’estero. In ogni caso cambiare banca non è difficile. Esistono delle norme precise per agevolare il consumatore nel caso in cui voglia cambiare conto.

Sofia Spagnoli ✍️