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“ACQUA RAZIONATA SOLO PER CHI HA I CONTANTI: VI RACCONTO LE MIE ORE DENTRO IL BLACKOUT SPAGNOLO”

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Nel cuore di un lunedì apparentemente ordinario, la #Spagna si è improvvisamente ritrovata avvolta dall’oscurità. Erano le 12:30 del 28 aprile 2025 quando, senza preavviso, la rete elettrica ha ceduto, lasciando milioni di persone senza luce e gettando la Penisola Iberica nel caos.
In pochi istanti, il #blackout ha paralizzato non solo la Spagna, ma anche il Portogallo e alcune zone del sud della Francia, bloccando trasporti, telecomunicazioni e attività quotidiane in una delle più gravi crisi energetiche degli ultimi decenni.

Le prime ore sono state segnate da incertezza e paura. Gli ospedali hanno attivato i generatori d’emergenza, mentre i pazienti domiciliari, dipendenti da apparecchiature elettriche, hanno vissuto momenti drammatici. I trasporti pubblici si sono fermati, con treni bloccati e traffico congestionato nelle principali città. A Madrid, centinaia di persone si sono riversate nelle strade in cerca di un passaggio verso l’aeroporto, mentre le stazioni di servizio e i bancomat sono rimasti inutilizzabili. Le reti mobili hanno subito forti disservizi, costringendo molti a cercare vecchie radio a batterie per ricevere notizie.

Il blackout ha avuto conseguenze tragiche: almeno cinque persone hanno perso la vita in circostanze legate all’interruzione di corrente. Tra le vittime, una donna morta a Madrid in un incendio innescato da una candela e tre membri di una famiglia in Galizia, deceduti per inalazione di monossido di carbonio, probabilmente a causa di un generatore difettoso. Una quarta vittima, una donna di Valencia, è morta dopo essere rimasta senza ossigeno per il mancato funzionamento di un macchinario elettrico.

Si dice spesso che se non ti ci trovi, non capisci. Chi ci si è trovato è Leonardo Panetta, corrispondente per TGCom24 presente per un servizio legato al congresso politico del Partito Popolare Europeo: "Dalle 12 in poi ho cominciato a notare qualcosa di strano nel senso che già prendendo il taxi dall’aeroporto per arrivare in città improvvisamente un po’ come nelle serie apocalittiche degli zombie, i semafori si spegnevano e quindi col tassista abbiamo cominciato a preoccuparci: poco dopo lo aiutavo ad attraversare questi grossi incroci sporgendomi dal finestrino".

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