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Venerdì scorso, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno ha indirizzato una lettera al ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Il tema centrale è stato quello della grave situazione di sovraffollamento nelle carceri italiane.
Si tratta di una questione su cui Nordio si è espresso più volte da quando è entrato in carica, circa due anni e mezzo fa. Ma fino ad ora il governo non ha intrapreso ancora azioni concrete. Alemanno è coinvolto in prima persona nel problema. Dal 31 dicembre scorso è infatti detenuto nel carcere romano di Rebibbia, dove sta scontando una condanna a 1 anno e 10 mesi. La sentenza ha confermato l’accusa finanziamento illecito e traffico di influenze, nell’ambito dell’inchiesta conosciuta come "Mafia Capitale".
La lettera, firmata anche da Fabio Falbo (un altro detenuto), descrive il sovraffollamento come una condizione "insostenibile e contraria ai dettati costituzionali". Ma soprattutto avanza una serie di proposte per diminuire il numero dei detenuti, e migliorare le condizioni di vita all’interno delle strutture penitenziarie.
In diretta su "Lavori in Corso", con Stefano Molinari, l’avvocato dell’ex sindaco di Roma Cesare Placanica ha parlato della situazione del suo assistito.
"Alemanno è stato processato da solo, non dentro Mafia Capitale. Non ha mai avuto la contestazione di mafia. La stessa Procura ha archiviato l’accusa. In realtà si parla più propriamente di corruzione, e più nello specifico di traffico di influenze: la ‘vecchia raccomandazione’".
Sulla lettera inviata al Ministro Nordio: "Si tratta di un’opera davvero meritoria. Sta facendo forse l’attività politica più importante della sua vita. Il testo è intriso di una visione oggettiva, laica, piena di proposte giuste. Non c’è alcun riferimento alla sua vicenda personale. Anche i politici dovrebbero tenerlo in forte considerazione".
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