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La politica si spacca di nuovo sul #superbonus110 . Dopo il dibattito che ha portato alla caduta del governo #Draghi, la misura, sponsorizzata con forza dall’ex presidente del Consiglio #GiuseppeConte, torna protagonista con l’esecutivo guidato da #GiorgiaMeloni. I detrattori dicono che è uno strumento che droga il #mercato,[ mentre chi la difende la descrive come un volano dell’economia e uno strumento di #crescita di cui non privarsi. Le #banche, intanto, contestano la #cessionedelcredito, attraverso cui si trasferisce la #detrazionefiscale oggetto del superbonus a un altro soggetto, mentre il governo #Meloni vuole abbassarne la percentuale dal 110 al 90%. Una misura che, dicono i rappresentanti delle #PartiteIva, danneggerebbe la categoria dell’edilizia, come spiega il presidente del #Cande (class action nazionale dell’edilizia) Igor La Spada.
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"La misura che porrebbe fine al Superbonus si chiama #DecretoAiuti ter, ma di aiuti non ha nulla", commenta La Spada. "Del resto, era successa la stessa cosa con il decreto sostegni, che introdusse a gennaio l’articolo che bloccava la #multicedibilità dei crediti, meccanismo fondamentale per far funzionare le misure. E poi il discorso delle frodi, poi quello della concorrenzialità, secondo cui la misura sia fatta tutta a carico dello Stato quando invece a suo carico c’è ben poco. Il presidente del Consiglio in conferenza stampa ha dato informazioni sbagliate: oggi ha detto che la misura cala dal 110% al 90% per tutte quelle pratiche che verranno presentate dopo il 25 novembre, confondendo forse il #decretolegge (immediatamente esecutivo) con il legislativo (che richiede 15 giorni). Lo dico per tutti quei #lavoratori e tecnici che si stanno affrettando per consegnare tutto entro il 25: sappiate che è inutile, il decreto è già in vigore, sarà troppo tardi. Meloni ha dato informazioni sbagliate. Sembra l’#emergenza sia diventata il superbonus piuttosto che sbloccare i crediti bloccati nei cassetti fiscali".
Nel governo, però, non tutti sono dello stesso parere. Lo spiega il capogruppo alla Camera Alessandro Cattaneo, di #ForzaItalia: "Per noi il #superbonus non è sostenibile alla percentuale del 110%. Però non si possono cambiare le carte in tavola con le procedure ancora in corso: non si può dire alle famiglie che la scadenza che per loro era al 31 dicembre ora è a dopodomani. Un mese non cambia granché, ma in questo modo si compromettono progetti in corso e si dà vita a contenziosi tra famiglie, imprese e condomini. Lo trovo scorretto. Il secondo tema sono i crediti bloccati: ci sono circa 40 milioni in ballo, noi proponiamo di mettere in campo #SACE o altre garanzie pubbliche affinché le transizioni siano tutelate, questo sbloccherebbe il ricircolo. Oppure i crediti potrebbero essere assorbiti tramite le grandi società del Paese. Infine, va bene ridurlo al 90%, persino meno, ma non mi convince legarlo al #reddito, noi proponiamo si valuti invece un confronto del pre e post efficienza energetica, ma sempre senza spendere 1 euro in più di quanto fatto finora, che è tantissimo. Ne discuteremo in maggioranza, serve un approccio più liberale, e in ogni caso potrà intervenire il #Parlamento, che serve proprio a migliorare le cose. Anche sulla data del 25 novembre ci si ragionerà assieme".