Molti dirigenti arabi preferiscono stare a guardare, sperando che magari Israele riesca davvero ad assestare un colpo mortale a Hezbollah
Federico Rampini / Corriere Tv / CorriereTv
Un celebre racconto poliziesco di Arthur Conan Doyle si intitola «Il cane che non ha abbaiato». Il mistero del cane che non ha abbaiato, avrebbe dovuto abbaiare. Qualcosa di simile sta accadendo nel mondo arabo e nei confronti dell’offensiva israeliana contro Hezbollah in Libano.
In realtà il mondo arabo qui a New York, dove io mi trovo in questi giorni durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, sta abbaiando moltissimo nel senso che le proteste contro Israele, le denunce, le condanne in particolare dal mondo arabo, sono molto, molto forti.
E tuttavia qualcosa colpisce. Qualcosa manca in questo quadro che sembra di una condanna durissima nei confronti del comportamento di Israele in Libano. Vi ricordate gli accordi di Abramo? Firmati nel 2020 sotto gli auspici, tra l’altro, dell’amministrazione Trump, portarono dei paesi arabi o comunque islamici a riconoscere lo Stato d’Israele. Fu un passaggio storico tra questi Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Marocco e Sudan.
Beh, in mezzo a questo coro di condanne nei confronti di Israele particolarmente forte in questi giorni, in queste ore qui a New York, Palazzo di Vetro, nessuno dei Paesi firmatari si è ritirato dagli accordi di Abramo, ma neanche hanno vagamente accennato a una minaccia di ritirarsi da quegli accordi, di rompere le relazioni diplomatiche con Israele. E questo si situa in un quadro anche più ampio.
Per esempio, la compagnia aerea degli Emirati, Emirates si chiama per l’appunto, garantisce la maggior parte dei collegamenti fra Israele e il resto del mondo e non ha smesso di farlo. La Giordania, che è uno dei paesi più vigorosi nel denunciare ciò che Israele sta facendo in Libano in questi giorni, ha difeso militarmente Israele quando ci fu un lancio di razzi e droni dall’Iran.
Infine, l’Arabia Saudita non ha mai smesso di considerare possibile il traguardo di un suo disgelo diplomatico con Israele, che sarebbe ancora più importante degli accordi di Abramo. E tutto questo come si spiega, il cane che non ha abbaiato oppure che abbaia ma non morde? Beh, il mondo arabo è molto ambiguo nei confronti di quello che sta accadendo in Libano, in realtà. Perché?
Perché sotto sotto molti governi arabi non sarebbero poi tanto scontenti se Israele dovesse fare il lavoro sporco per loro contro Hezbollah. Hezbollah è una milizia che all’origine alle sue origini si era conquistata una sorta di di nobiltà, di gloria per il modo in cui aveva resistito contro Israele ed era diventata un po’ un baluardo del popolo palestinese. Poi però è diventata una potenza regionale che è andata a immischiarsi di molti conflitti in nazioni arabe e per molti paesi arabi sunniti, moderati, conservatori, è un altro braccio armato dell’Iran che rappresenta una minaccia vitale contro di loro.
Hezbollah è percepito come un pericoloso nemico da molti paesi arabi e quindi, nonostante lo sdegno umanitario, nonostante la condanna vastissima soprattutto nelle opinioni pubbliche arabe per quello che sta accadendo prima a Gaza, poi in Cisgiordania, poi adesso anche in Libano, nonostante tutto questo, molti dirigenti arabi tutto sommato preferiscono stare a guardare, sperando che magari Israele riesca davvero ad assestare un colpo mortale a Hezbollah.
Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/esteri/ambiguita-araba-su-hezbollah-a-chi-fa-comodo-l-offensiva-di-israele/5fba8021-e162-41db-85a6-abd906a3fxlk/5fba8021-e162-41db-85a6-abd906a3fxlk