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Bullismo, Roccella: “Ricostruire welfare di prossimità come con centri per la famiglia”

Bullismo, Roccella: "Ricostruire welfare di prossimità come con centri per la famiglia"

La ministra per la Famiglia: "I centri diventino punto di riferimento per servizi e informazioni"

Politica (Roma). "C’è una differenza di quattro punti e mezzo tra Nord e Mezzogiorno, dove quest’ultimo ha il dato più basso, credo sia spiegabile nel fatto che al Sud ci siano ancora reti parentali che sono di fatto comunità educative. Il problema è che la famiglia è sempre più sola nella sua attività principe, l’educazione", dichiara Eugenia Maria Roccella, ministra della Famiglia, a margine della presentazione del rapporto su bullismo e cyberbullismo a Palazzo Chigi. "Bisogna quindi sostenerla e ricostruire un welfare di prossimità, ed è quello che stiamo facendo con i centri per la famiglia su cui abbiamo investito 50 milioni per quest’anno e su cui vogliamo investire nei prossimi anni. Vogliamo che diventino una sorta di caf per la famiglia, offrano dei servizi ma diano anche informazioni sul territorio. Cyberbullismo? Bisogna che venga controllato il parental control e sapere cosa i ragazzi possono fare e non sul web. Tutto questo è una responsabilità della famiglia, non vogliamo sottrarle responsabilità ma che ci sia un’alleanza scuola-famiglia". Nel 2023 il 68,5% dei ragazzi 11-19enni ha dichiarato di essere rimasto vittima di almeno un comportamento offensivo non rispettoso e/o violento, online e/o offline, nei 12 mesi precedenti. Il 21% ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo, cioè di aver subito questi comportamenti in maniera continuativa. Lo si legge nel report dell’Istat "Bullismo e cyberbullismo nei rapporti tra ragazzi", presentato oggi a Palazzo Chigi alla presenza dei ministri della Famiglia e dell’Istruzione, Eugenia Roccella e Giuseppe Valditara, del presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, e della direttrice del Dipartimento per le Statistiche sociali e demografiche, Cristina Freguja. (Marco Vesperini/alanews)

Trascrizione generata automaticamente

C’è una differenza di 4 punti e mezzo segnalata dall’istat dal 66,5% al 71 e quindi evidentemente questa differenza Bisogna capire perché c’è e io penso che ci siano appunto ancora al sud una resistenza delle reti parentali che sono comunità e quindi il problema è proprio che la famiglia è sempre più sola nella sua attività principe che quella educativa e che bisogna sostenerla magari ricostruendo attorno alla famiglia visto che non è che si può tornare alle reti parentali se non ci sono quelle sono spontanee ricostruendo un Welfare di prossimità e quello che noi stiamo facendo appunto con i centri per la famiglia su cui abbiamo investito per quest’anno 50 milioni e che vogliamo continuare a investire nei 2 anni nei prossimi tre anni e creando quindi una rete molto meglio distribuita perché Per adesso sono distribuiti soltanto in Alcune regioni dandogli dei compiti più precisi e facendo di questi centri una sorta di CAF per la famiglia cioè centri che offrono servizi ma anche come un Hub per la famiglia cioè Devono anche dare informazioni su quello che c’è nel territorio perché ogni regione ogni comune ha In realtà sì ma spesso le persone non ne sono a conoscenza quindi avere un punto unico diciamo a cui rivolgersi Mi sembra un buon aiuto il parental control nelle nei nuovi device quindi nuovi telefonini C’è comunque la app del parental control bisogna anche che i genitori e imparino a usarlo perché si può controllare non in maniera da spie di controllare nel senso di avere è per esempio conoscenza di quello che i ragazzi si possono fare sul web quello a cui Possono essere sottoposti l’accesso a quali siti hanno con quali orari e così via E tutto questo naturalmente è una responsabilità della famiglia quindi noi non vogliamo sottrarre responsabilità alla famiglia perché riteniamo che sia insostituibile vogliamo invece un’alleanza scuola-famiglia molto forte e spero questo sta facendo molte cose insieme al Ministero della dell’istruzione

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