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#Milano Citylife, Torre Hadid: l’insegna di Generali, nota compagnia assicurativa, collassa sul tetto. Nessun danno a persone o cose. L’insegna è a 192 metri di altezza. Nella zona è stata chiusa la fermata della metro per la massima prudenza in attesa del ripristino, che impiegherà più giorni. Non tardano invece ad arrivare le prime speculazioni. Le cause del cedimento? "Il caldo di questi giorni". Lo "sospettano" con una certa avventatezza i principali organi di stampa e i principali "fact checker". Nei primi articoli usciti dopo l’accaduto si scrive che "il sospetto c’è", oppure che comunque "non si può escludere" che ancora una volta il cambiamento climatico (antropico) stia producendo i suoi effetti catastrofici. Ma a tutto questo mancano gli elementi essenziali del giornalismo: le prove o le fonti.
Le principali testate l’hanno inserita così la "sospetta" causa, senza alcun elemento. Non si leggono virgolettati di qualche esperto che incolpa il cambiamento climatico. Addirittura sono gli stessi Vigili del Fuoco, riportati anche negli stessi articoli, a dire che le cause sono ancora del tutto sconosciute. Si scrive solo che il sospetto "esiste", lì da qualche parte dell’iperuranio. Si potrebbe pensare che il giornalismo professionale non inserirebbe mai un elemento così poco fondato nel titolo. Nel nuovo secolo dell’informazione invece tutto è possibile.
Ma perché parlare di caldo prima del tempo e quando non si ha alcun elemento a sostegno della tesi?
L’unica spiegazione che possiamo darci è che il vero punto della questione non è il cambiamento climatico: il vero punto è incolpare qualcuno, trovare una categoria a cui dare la responsabilità. E dal momento in cui esistono leggi green come quelle europee, che sembrano voler limitare molti aspetti della vita dei cittadini, possiamo certamente dire che la situazione sta sfuggendo di mano, se si può parlare così facilmente (e senza alcuna prova) di caldo causato dal cambiamento climatico, che alla fine diventa sempre un discorso contro l’uomo parassita del mondo. Intanto gli articoli che indicano il caldo come la causa del crollo dell’insegna di Generali finiscono nelle ultime pagine: il sospetto, a meno di clamorosi rilevamenti delle autorità competenti, è crollato in poche ore, lasciando l’amaro in bocca ai fanatici del discorso ambientalista.
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