Firenze, campagna ‘Abiti puliti’: "Seguiamo più di 500 casi di sfruttamento nel tessile"
Deborah Lucchetti: "Commissione europea rischia di tornare indietro"
Cronaca (Firenze). Stamattina davanti alla boutique di Montblanc nel capoluogo toscano i lavoratori della multinazionale insiema al sindacato Sudd Cobas hanno scioperato in occasione della prima udienza, davanti al tribunale del lavoro di Firenze, del processo avviato dopo il ricorso promosso da sei operai pakistani, appoggiati dal sindacato Sudd Cobas e dalla campagna nazionale ‘Abiti puliti’, contro la Pelletteria Richemont Firenze di Scandicci, incaricata di gestire l’esternalizzazione della produzione di borse Montblanc. La coordinatrice nazionale della campagna ‘Abiti puliti’, Deborah Lucchetti: "Siamo parte di un network mondiale che coordina più di 300 organizzazioni che da 30 anni si occupano di denunciare gli abusi e le violazioni dei diritti umani nelle filiere della moda. Siamo impegnati su tantissimi fronti. Abbiamo seguito più di 500 casi come quello Montblanc. In molti casi otteniamo risultati positivi quando le aziende accettano di sedersi a un tavolo e discutere con i sindacati. Non accade sempre. Stiamo seguendo da molti anni la questione relativa alla nuova direttiva sulla dirigence. Abbiamo premuto tantissimo negli ultimi anni per ottenere una legge europea che stabilisse obblighi per le impresen multinazionali di rispettare i diritti umani nell’intera filiera lavorativa. L’anno scorso è stata approvata questa direttiva e stabilisce a livello europeo obblighi, responsabilità e sanzioni per le imprese committenti affinché prevengano i problemi, rispettano i diritti umani e nel caso di danni, come nel caso Montblanc, risarciscano i lavoratori. Questo è un caso esemplare che ricadrebbe perfettamente nella normativa europea, che però è sotto attacco perché la nuova Commissione europea con il pacchetto Omnibus intende mettere in discussione quanto appena approvato dal precedente Parlamento europeo".
(Emanuele De Lucia/alanews)
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sono la coordinatrice nazionale della campagna abiti puliti parte di un network mondiale che coordina più di 300 organizzazioni che da 3 anni si occupano di denunciare gli abusi e le violazioni dei diritti umani del lavoro nelle filiere della moda e da 30 anni lavora a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori e delle loro lotte per tutelare i loro interessi loro diritti nei confronti di chi ha il potere di risolvere i casi di cui ci occupiamo ce le grandi aziende multinazionali Noi siamo impegnati tantissimi pronti se abbiamo abbiamo nel mondo da quando siamo nati Abbiamo seguito più di 500 casi come caso Mont Blanc In molti casi otteniamo dei risultati positivi quando le aziende committenti accettano di sedersi a un tavolo e di discutere di confrontarti di fare degli accordi con i sindacati con le proposte di questi li fanno non accade sempre naturalmente però sia sul piano dai singoli casi specifici per ottenere giustizia per quei lavoratori che in quella fabbrica denunciano situazioni di sfruttamento ma anche per questioni invece più generali e importanti come ad esempio stiamo seguendo da molti anni ormai a livello legislativo europeo è la famosa questione relativa alla nuova direttiva sulla giù di gente ne abbiamo premuto tantissimo negli ultimi anni direi che c’è per ottenere una legge europea che stabilizza degli obblighi che per l’entrata multinazionali di rispettare proprio diritti umani lungo l’intera filiera di catena di fornitura e bene dopo tanti anni di lavoro questa direttiva è stata provata l’anno scorso è questa direttiva Infatti stabilisce per la prima volta a livello europeo obblighi e responsabilità e quindi anche sanzioni per le imprese committenti affinché rispetto e vengano i problemi rispetto dei diritti umani in quella catena di fornitura e nel caso di danni come nel caso di Mont Blanc risarciscono i lavoratori Questo è un caso anche che ricadrebbe perfettamente all’interno della nuova direttiva europea che però purtroppo è sotto attacco Perché la nuova l’uovo La tua Commissione Europea con le bacchette Omnibus che è stato pubblicato febbraio di quest’anno in realtà intende mettere in discussione quanto ho appena provato dal precedente Parlamento Europeo e quindi siamo di nuovo lottando siamo di nuovo sul piede di guerra per cercare di fare la massima opposizione perché questa dire privato in casa va guardata