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Un servizio #Rai che parla di "abitanti del Donbass minacciati dal nuovo governo filo occidentale"? C’è, ma non può essere recente. Risale infatti al 2016 il servizio del TG2 che racconta le origini del conflitto tra #Russia e #Ucraina. Conflitto iniziato nel 2014 quando le repubbliche di Doneck e Lugansk si autoproclamano indipendenti, mentre l’esercito ucraino interviene militarmente. Migliaia di civili, molti dei quali dicono di sentirsi più russi che europei, perdono la vita. Tanti gli sfollati e i feriti. Di quegli eventi oggi rimane la tendenza a parlarne di rado.
"A Donetsk si commemorano i bambini morti sotto il fuoco ucraino", spiega l’inviato Rai.
"Gli accordi di Minsk sono solo una vaga speranza di pace. Diplomazia? Un miraggio".
Su quegli eventi il racconto non arrivò solo dalla tv pubblica.
La Repubblica, per esempio, titolava nel 2014: "Fuoco sui filorussi. Kiev viola la tregua e bombarda Donetsk". Il quotidiano raccontava poi: "L’artiglieria ucraina sta bombardando il centro abitato seminando il panico tra i civili, distruggendo scuole, interi condominii, perfino i giardini pubblici e facendo un numero imprecisato di vittime…La clamorosa violazione della tregua viene spiegata dai militari ucraini con la «necessità» di punire il tentativo dei ribelli di riconquistare quello che resta dell’aeroporto cittadino…E al Cremlino si sottolinea con inevitabile virulenza la sensazione che l’Occidente tenda un po’ troppo a minimizzare le violazioni ucraine e sia portata invece a scaricare ogni responsabilità sui russi".
La Stampa addirittura segnalava tre ministri stranieri nel governo ucraino scelti "da una società di ‘cacciatori di teste’ finanziata da George Soros, il finanziere americano di origini ungheresi spesso implicato in ‘affari’ europei di ogni genere direttamente o attraverso la sua fondazione". Spunta nell’articolo anche il nome dell’allora vicepresidente Joe Biden: "E’ l’agenzia Bloomberg a raccontare che il vicepresidente US Joe Biden in visita un paio di settimane aveva chiesto esplicitamente al presidente ucraino Petro Poroshenko di formare un nuovo governo ‘a giorni’, non fra qualche settimana. Detto fatto".
Il racconto delle ingenti vittime civili nel Donbass arrivò pure da Amnesty International tramite un articolo di denuncia.
Ascolta il commento di Fabio Duranti e Alberto Contri in diretta a Un Giorno Speciale.
#guerra
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