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Giorno della memoria, Di Segni (Ucei): “Messaggi istituzioni siano attente e responsabili”

Giorno della memoria, Di Segni (Ucei): "Messaggi istituzioni siano attente e responsabili"

"Le frasi accusatorie che riceviamo sono le stesse che arrivano dai telegiornali"

Politica (Roma ). "Difficile concentrare in un giorno l’attività educativa da svolgere in un anno. Sottolineo messaggi a chi guida le istituzioni religiose, papa compreso. Le parole devono essere attente e di responsabilità. Attenzione a come si ripetono numeri, cifre e immagini in modo selettivo. Quella parte di pubblico che non ha strumenti per ricostruire realtà e storia, riceve un messaggio che poi diventa verità. Le frasi accusatorie che riceviamo sono le stesse che arrivano dai telegiornali. La banalizzazione di parole della Shoah sono usate in dialettica che non ha alcunché a che vedere con la Shoah. Questo vuol dire non aver capito nulla di quello sterminio e quel contesto. Ovviamente va stigmatizzato, non si legittimi antisemitismo come vissuto quotidiano". Lo ha dichiarato Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nella sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. (Pasquale Luigi Pellicone/alanews)

Trascrizione generata automaticamente

molto difficile in un giorno di celebrazioni con cerimonie concentrare un’attività culturale educativa che si deve svolgere nel in tutto l’arco l’hanno quindi la prima sfida e sui bambini sulle scuole sulla convivenza e mi permetto di sottolineare anche messaggi a chi guida le altre istituzioni religiose e mi riferisco anche al papà le parole devono essere chiare coerenti e attente di responsabilità così come media e tutti voi che siete qui fare attenzione e specialmente per chi è la parte media pubblica e l’istituzione mi riferisco alla Rai ma anche ad altre testate giornalistiche di tv e di giornali attenzione a come si ripetono numeri cifre si usa immagini moto selettivo ripetitivo e alla fine al pubblico italiano che non ha strumenti per ricostruire realtà complesse come sono quelle del medioriente o conoscere la storia al pubblico arrivano solo certe informazioni non altre e si ripetono e si ripetono e diventano veri c’è una responsabilità e non lo sentiamo perché le frasi accusatori che ci arrivano sono quelle ripetute dai telegiornali è e questa è la banalizzazione di pensare che Parole che riguardano la Shoah possono essere usati come appellativi per qualsiasi cosa che non ha nulla a che vedere con la sua e non è per l’odio antiebraico che vengono fatti questi queste forme di è una dialettica non se le fa riferimento squadre di calcio tifoserie varie usare parole o simboli per caratterizzare questa dialettica vuol dire banalizzare il tutto e non aver compreso cosa è stato veramente quell’orrore quello sterminio chi va a visitare quei luoghi che vede campo di sterminio chi vede cos’era La svastica sulla divisa militare capisce che quella parola deve essere usata solo ed esclusivamente in quel contesto Certo che va stigmatizzato io ci sono le Federazioni sportive che hanno le responsabilità e la nostra richiesta a queste Federazioni a tutti i livelli e in tutti i ciascuno per il suo ruolo di non legittimare di adottare la definizione della era sull’antisemitismo e di capire che quello è un vissuto Quotidiano