GUERRA, GIORGIO BIANCHI SULL’ALTOLÀ PESANTISSIMO DEL G7 ▷ “STIAMO VIVENDO L’ILLUSIONE ANGLOSASSONE”

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La notizia del giorno è che "chiunque aiuterà la #Russia, la pagherà cara". Sono del #G7 le parole appena citate.
Parole che nella tesa e controversa situazione bellica tra Russia e #Ucraina non possono passare inosservate, soprattutto se rischia di prendere sempre più vita un’altra guerra, da un altro fronte del mondo: quella tra #Cina e #Taiwan, sulla quale i ministri del G7 non si sono risparmiati di commentare negativamente la posizione cinese. E come prevedibile, la Cina risponde a muso duro: "calunnia e diffamazione".
"L’Europa deve ridurre la sua dipendenza dagli #USA ed evitare di essere trascinata in uno scontro tra Cina e Stati Uniti su Taiwan".
Risuonano le parole del presidente francese Macron nell’incontro avvenuto recentemente con Xi Jinping, insieme alla presidente #UE von der Leyen. Frasi che esprimevano chiaramente una posizione opposta a quella europea.

"L’uso della forza in Taiwan per cambiare lo status quo è assolutamente inaccettabile" – commentava invece von der Leyen.
E lo stesso approccio, che pare essere quindi discorde a quello di Macron e non solo, sembra essere destinato da tempo alla Russia in primis.
"Quando il presidente Macron dice al presidente Xi che spera che lo aiuti a fare ragionare Putin – ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell – sembra che il presidente cinese non ritenga che Putin abbia perso il senno della ragione bensì che abbia ragione. E molti la pensano come lui, come Lula – il presidente brasiliano – che ha coltivato la stessa ambiguità strategica della Cina".

Insomma come dice il reporter Giorgio Bianchi, intervenuto in diretta ai nostri microfoni e da anni presente nei territori bellici interessati che da tempo racconta la situazione Ucraina e non solo, sembra quasi che "chiunque voglia ragionare sia tacciato di essere putiniano". Stesso discorso per chi voglia parlare di "complessità" e di impegno nell’analisi della situazione: più gradita sembra generalmente essere l’opzione che mira ad arrivare alla dicotomia "buono o cattivo", o, come in questo caso, "buono o pazzo".

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"Occidente sull’orlo di una crisi di nervi"

"Dobbiamo intenderci su cosa è l’Occidente – sottolinea Bianchi – perché noi veniamo definiti ‘Occidente’, cosa che non siamo mai stati.
Dal dopoguerra a oggi abbiamo vissuto in una clamorosa illusione: nell’illusione che l’Occidente, vale a dire gli anglosassoni, fossero i nostri alleati, cosa che non sono mai stati". E allora ritorna in auge quel vecchio discorso degli Stati Uniti d’Europa, quel continente-paese dove gli stessi interessi sono condivisi da tutti. Peccato che secondo il reporter "l’Europa continentale è ancora diversa rispetto all’Europa mediterranea. Hanno fatto credere alla nostra opinione pubblica, a noi tutti, che gli interessi loro fossero anche i nostri".

E ad osservare ancora una volta la differenza del punto di vista di Macron da quello UE, sembra che il discorso torni.
"Gli interessi nostri sono quelli della Federazione russa: lì c’è una simbiosi naturale e commerciale.
Loro ci danno l’energia e noi la compriamo. Adesso gli Stati Uniti ne sono diventati esportatori e ce la vendono a prezzo maggiore rispetto a quello russo. Quindi sono diventati ancora più competitors e ancora più scorretti, perché ci impongono delle sanzioni che loro non rispettano, oggettivamente, e che poi si possono anche permettere di mettere.
Perché loro l’energia la producono".

Cosa succede con Ucraina e Taiwan?

Dal canto del reporter Giorgio Bianchi ci sono delle conseguenze se si adotta un certo approccio: "Se tu spingi la Russia via, è ovvio che la spingi nelle braccia della Cina. La Russia era diventata attrattiva per tutto il pianeta.
Quindi a un certo punto gli statunitensi hanno dovuto rompere questo campo magnetico che stava attirando verso di sé l’Europa.
E l’ha fatto attraverso l’Ucraina. E lo sta facendo con Taiwan, con la Cina.
Vi spiego quello che è plasticamente avvenuto con i due gasdotti – riferendosi all’esplosione dei gasdotti tra Russia ed Europa, i Nord Stream – che sono stati fatti saltare per aria. Quella è una metafora dei tempi contemporanei: il mondo anglosassone ha voluto rompere il cordone ombelicale con l’Oriente".

Riprendendo le parole di Macron – "l’Europa dovrebbe evitare di essere trascinata in uno scontro" – si comprende che allora bisognerebbe riflettere, con l’Europa che sembra sempre di più allontanarsi dall’opzione della trattativa.
Come dice Fabio Duranti: "Stanno morendo migliaia di persone a ritmo indiavolato, e non si fa nulla per fermarla?
Non fai nulla per aprire un negoziato?"
#guerra

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