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E’ il secolo della mancanza di tempo e della corsa verso obiettivi non meglio precisati: più produzione, più consumo, più di tutto. Un contesto in cui un titolo come "fate presto" viene utilizzato dai giornali – manco a dirlo – in due apparentemente distintissime occasioni: in una, una crisi monetaria, nell’altra una sanitaria. Il filo rosso è sottile, ma esiste secondo il costituzionalista Geminello #Preterossi.
Cosa c’entrino quelle che qualcuno considera "ostruzioni" del massimario al Dl Sicurezza su cui da mesi sta discutendo il governo, ce lo ha spiegato il costituzionalista a ‘Un Giorno Speciale’. Un esempio plastico è la contestazione fatta agli sgomberi degli occupanti abusivi dalle prime case, che secondo la #Consulta creerebbero ulteriori disagi, così come le "sgrammaticature" fatte in epoca covid:
"E’ chiaro che se i giudici utilizzano la funzione del massimario per fare indirettamente ideologia, e questo è grave. Io ho grande rispetto per la magistratura, che ha svolto una funzione importante soprattutto nel periodo delle stragi (ma non tutta). Credo poi che occorra tutelare la sua indipendenza: occhio però a rendersi strumento di operazioni opache. Qui si è preda di un accecamento, voglio sperare, perché quando si è detto che era per solidarietà che si violava la costituzione, di fatto si accettava una ferita pesante per la coscienza civile e per il principio fondamentale e antidiscriminatorio di uguaglianza.
Non si è data una grande prova di anticorpi qui. Soprattutto quelli morali e critici. La gente ha creduto davvero che che si facesse per solidarietà. Un uso peloso, strumentale e opaco della solidarietà".
Accecamento che non riguarda solo i tempi recenti: "Il coronavirus è come l’euro, cioè l’hanno trasformato in una religione, sacralizzato. Quando l’ho detto hanno isolato questa frase per farmi passare per matto: il senso è che viene usato e svolge una funzione analoga. Azzera il discorso, la critica, il confronto plurale. Non puoi parlare: c’è un assoluto da onorare. Attenzione, che questi sono dei simulacri, degli idoli, e forse il segno che abbiamo perso le cose in cui credere davvero in questa società".
Una rivoluzione che passa dal cambio di paradigma delle istituzioni: "Vengono meno anche i valori laici. Io ci credo nello stato costituzionale, però lo prendo sul serio. Quindi non posso accettare che venga negata la sovranità popolare, che si dica che la sovranità costituzionale dello Stato non conta niente, che si dica che la Corte di Giustizia europea conta più di tutto, che l’UE è uno Stato federale. Non è vero".
Ascoltate l’intervista completa nel VIDEO.
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