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Iveco punta sul multicriterio per zero CO2

Iveco punta sul multicriterio per zero CO2

Molti vantaggi a breve con i biocombustibili

Economia (Milano). Intervista a Giandomenico Fioretti, sviluppo propulsioni alternative business suite di Iveco (Agnese Ranaldi/alanews)

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a Torino all’evento turd Europe presso la sede Bosch con Gian Domenico Fioretti responsabile di propulsione alternative della divisione Truck di Iveco Fioretti un evento come il tour di Europ che vede impegnati in prima persona per dimostrare la validità dei carburanti rinnovabili anche nel trasporto pesante dovrebbe portare dei risultati che sono addirittura eclatanti ho sentito prima parlare di una riduzione delle emissioni del 120% Assolutamente sì Il tour di Europa è una grande opportunità per noi diveco di rilanciare il nostro commitment verso la decarbonizzazione Considerate che abbiamo un obiettivo di diventare un’azienda a zero emissioni nette di CO2 entro il 2040 attraverso una strategia multicriterio multi multi energetica quindi non una unica soluzione che ci permette di raggiungere Questo obiettivo Ma vista la complessità delle applicazioni la diversità geografica e dei nostri clienti e delle loro missioni cerchiamo di sviluppare le soluzioni che rappresentano la più sostenibile opzione caso per caso tra le soluzioni più importanti soprattutto quelle che possono dare nel breve un vantaggio Certamente Ci sono i biocombustibili ed in particolare la Capua per le motorizzazioni diesel e il biometano per quelle metano in particolare nel tour d’europe Iveco partecipa con un camion pesante Addio lenergy che partirà nel mese di giugno da Roma a prender sera l’Italia l’Austria arriverà a Berlino in Germania per poi dirigersi verso la Francia e infine arrivare il 24 di giugno a Bruxelles dimostrando la possibilità di operare con successo una missione internazionale di lunga distanza un veicolo pesante provando sempre disponibile più combustibile disponibile economico è capace di decarbonizzare completamente le missioni in particolare il biometano e ha una capacità di ridurre le emissioni di CO2 dipendente dai feedstock di partenza può arrivare in media a ridurre le emissioni di circa il 95% Ma nel caso in cui si selezionano per esempio i residui dell’allevamento del bestiame come fonte di partenza e si arriva a emissioni negative del 120%

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