Kimbo porta ‘un chicco di speranza’ nel carcere di Secondigliano

Kimbo porta ‘un chicco di speranza’ nel carcere di Secondigliano

Progetto di reinserimento per 10 detenuti

Economia (Napoli). Kimbo porta ‘un chicco di speranza’ nel carcere di Secondigliano.
Progetto di reinserimento per 10 detenuti (Raffaele Accetta/alanews)

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insegnare a un gruppo di detenuti L’arte di preparare il caffè ma anche come lavorare il terreno è come coltivare la pianta affinché un domani possa nascere il caffè di Secondigliano è l’obiettivo del progetto Chicco di speranza programma di reinserimento per 10 detenuti del carcere partenopeo che vede insieme Kimbo azienda leader del settore il Penitenziario di Secondigliano e la diocesi di Napoli il progetto di formazione professionale come barista e come manutentore tecnico Inoltre d’Intesa con l’istituto Penitenziario sarà allestito all’interno del carcere un magazzino ricambi per le macchine di proprietà di Kimbo da riparare o rigenerare così i detenuti in semilibertà potranno prelevare riconsegnare presso i punti vendita bar le macchine su cui intervenire tecnicamente infine la realizzazione coltivazione di una piccola piantagione di caffè su un terreno situato all’interno dell’Istituto Penitenziario non li fermeremo al meglio se arrivo molto rigidi nel insegnare l’arte per fare il caffè di fare il barista Sì ora anche l’impegno loro impegno per poter essere Poi presentati alla società e a quanti imprenditori piccoli prendo il nostro caffè però sarà un lavoro lungo però io penso che siamo che una cosa da quale si può arrivare ci vorrà diciamo dedizione ma soprattutto per Secondigliano sarà il terzo progetto che abbiamo scritto nel protocollo Anche perché comunque come tempo ci vorranno degli anni perché il caffè possa nascere possa essere raccolto ma lo facciamo proprio con i detenuti prova perché per dare un senso Maggiore a questo tipo di coltivazione avremmo potuto cominciare in qualunque altro campo della Campania sono tanti cambi ci avrebbero accolto però l’abbiamo cercato di visto che si chiama il seme della solidarietà quello sembra abbiamo dovuto mettere in un posto dove tanta fortuna non c’è quindi speriamo questo che di il Campo dei Miracoli necessità di partire da un presupposto Salvo i detenuti ritornano cittadini ed è fondamentale che la lezione con il patto sociale sia superata attraverso una revisione del se una pena certa ed una qualità del tempo della pena che si trasforma in un’opportunità di lavoro per diventare il vero cittadino libero ci sono tre direttrici che a questo processo la prima e la formazione professionale quindi la qualificazione la seconda la realizzazione di un laboratorio specifico che noi inseriremo nel nostro Polo Arti e mestieri che abbiamo qui oramai già da due anni molto Florido con falegnameria sartoria con digitalizzazione meccatronica quindi Si aggiungerà anche questo tipo di lavorazione la direttrice è proprio la lavorazione del terreno per la creazione di un chicco tutto nostro lavorare insieme anche ambiti completamente diversi pensiamo alla Kimbo un’azienda di successo pensiamo al carcere un’istituzione che sto vivendo un momento molto difficile è la chiesa di Napoli che da sempre impegnata accanto ai più deboli stiamo parlando tra virgolette di detenuti io non hanno sarei questa espressione Come usare l’espressione tossicodipendenti emarginati e roba varia permessi sono soltanto nomi e volti se ci sono nomi e volti ci sono storie che ci sono speranze