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Torniamo oggi a parlare di #Pnrr, mentre in #Italia si moltiplicano le ipotesi di modifica, la Germania ottiene tranquillamente il via libera dalla Commissione Europea per cambiare il suo, di piano nazionale. La prima richiesta presentata dal governo #Sholtz riguarda lo slittamento del termine per gli investimenti sulla digitalizzazione delle ferrovie, il cui completamento, dei 7 progetti pianificati era previsto per il primo trimestre del #2023.
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Il motivo? "Ritardi eccezionali nella costruzione al di fuori del controllo delle autorità", che mi pare essere una motivazione generica. La seconda richiesta riguarda lo sviluppo di vaccini contro il #Covid, che tiene conto della imprevedibilità degli esiti di sperimentazione del vaccino, in quanto solo 1 dei 3 partecipanti al programma avrebbe avuto successo, mentre gli altri 2 non hanno presentato richiesta di approvazione alla Agenzia europea per i medicinali determinando così un deflusso di fondi nell’ambito del programma.
Queste puntualizzazioni di #Bruxelles e dopo tante storie all’Italia sono utili al Ministro degli Affari UE, Raffaele #Fitto, per capire forse quale spazio di manovra ci sia per apportare delle modifiche al piano e per raggiungere un punto di equilibrio con la Commissione, che come ben sappiamo, lo scenario inflattivo ostile all’Italia, fa sì che si necessiti più tempo, con il rischio che si alimentino paure e dubbi sui completamenti del target entro il 2026. Quindi vi sto raccontando una storia in cui in #Europa ci sono figli e figliastri. L’Italia è un figliastro, quando noi chiediamo delle cose che ci interessano, ci chiudono sempre le porte in faccia.
Quando invece è la #Germania, che è il vero capo dell’Unione Europea, decide di fare dei cambiamenti per ragioni che sono interne al loro paese, le porte si aprono immediatamente. Allora io spero che il Ministro per gli Affari europei, riesca a portare a casa dei risultati concreti di deroghe anche per l’Italia. Se il governo #Meloni vuole ottenere delle deroghe, come fanno i tedeschi, deve agire con forza e non prono come è sempre stato per tutti i governi degli ultimi 10 anni. Tutti i governi italiani hanno questo senso di sudditanza nei confronti dell’Europa. Anche noi siamo partner fondatori e quindi bisogna mostrare un po’ di coraggio.