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I fatti di #Damasco sono soltanto la punta dell’iceberg: la situazione in #MedioOriente non è mai stata così in bilico. In #Siria i "ribelli", come sono stati definiti i #jihadisti che hanno causato la fuga di #Assad, hanno preso la capitale costringendo alla ritirata le forze governative. La polveriera mediorientale è pericolosamente esposta, basta una scintilla per causare l’ennesimo disastroso conflitto. Disastroso per chi? A farne le spese è sempre, in primis, chi quelle terre le abita. Dalla Striscia di #Gaza alla guerra in #Ucraina, passando per Siria, #Libano, #Iran, a pagare un conto salatissimo sarà la popolazione civile, troppo spesso costretta a fuggire o, nel peggiore dei casi, perire a causa dei conflitti.
Paolo #Crepet ha analizzato la situazione ai microfoni di Un Giorno Speciale: "Sentiamo parlare ogni giorno di nuovo conflitti, qualcosa ora dovrà cambiare. Credo che dovremmo affrontare le cose con benevolenza, un termine meraviglioso. È una parola che permette di affrontare anche situazioni terribili, persino l’orrore. Pensiamo, ad esempio, a cosa succede dopo una #guerra. Me lo sto chiedendo proprio in questi giorni, riflettendo su ciò che è accaduto in Siria: come farà un popolo a ritrovare la benevolenza, sapendo che una parte di esso ha torturato, inflitto sofferenze indicibili, fino alla morte? Come si può ricostruire qualcosa?"
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