Le cinque olimpiadi dell’arciere Paolo Nespoli: “Da bambino sognavo Robin Hood”

Mauro Nespoli, arciere della nazionale italiana e del gruppo sportivo dell’Aeronautica, vivrà a Parigi la sua quinta olimpiade. Due argenti e un oro per quello che a tutti gli effetti si può definire un veterano della spedizione azzurra.
"A Londra 2012, quando vincemmo, ero il più giovane, oggi il più anziano ma – spiega – non sarò lì per fare il maestrino. Il mio obiettivo è sostenere i miei compagni che sono alla prima olimpiade". Incontriamo Nespoli al campo di tiro di Voghera, dove lui è nato, vive e si allena. "Mi sono innamorato di questo sport a sette anni, in vacanza coi miei all’Aprica perché – ricorda – c’era un campo provvisorio e rimasi folgorato dal fatto che se sei bravo fai centro, altrimenti no. Il bersaglio è un giudice inflessibile". Ma, confessa, c’è dell’altro.
"Il mito di Robin Hood era presente nella nostra generazione col cartone Disney e un personaggio che ruba ai ricchi per dare ai poveri non poteva che essere un esempio per noi". Gestione dello stress, tecnica di tiro, modalità di allenamento: Nespoli si racconta toccando vari aspetti del tiro con l’arco. Ma in uno sport tutto pressione e concentrazione c’è spazio per il divertimento? "È uno sport emozionante, diciamo ma – spiega – è ovvio che la competizione tenda a limitare quello che è lo zen del tiro con l’arco. È ovvio che poi io mi diverta a tirare ancora, ancora e ancora. Non a caso i 25.000 iscritti alla federazione sono in aumento, soprattutto nelle fasce giovani e alla presenza femminile"

Di Andrea Lattanzi