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L’#euro si è rafforzato significativamente rispetto al dollaro e al renminbi creando dei problemi per le esportazioni europee, in particolare per la #Germania.
Con la liretta, cioè una moneta debole, noi eravamo ricchi perché facevamo delle esportazioni facili. Poi è stato l’euro – che era una moneta invece troppo debole per la Germania – che ha fatto il successo della Germania e non degli altri paesi.
Insomma, oggi l’euro si è rafforzato su tutte le principali valute. E il rafforzamento dell’euro che cosa comporta? Che le esportazioni europee sono meno competitive negli Stati Uniti e in Cina, mentre favorisce l’importazione dalla Cina. Ecco il brillante risultato.
Quali conseguenze?
Questo mette sotto pressione la bilancia commerciale dell’eurozona, peggiorando il deficit verso #Pechino, cioè ci rende più deboli nei confronti della Cina.
Insomma, il modello economico tedesco che tutti gli economisti e tutti gli opinionisti per 20 anni hanno osannato, quello basato sulle esportazioni e che io ho sempre criticato, è particolarmente vulnerabile nel caso di rafforzamento dell’euro, come sta succedendo in questo periodo. La Germania ora potrebbe dover affrontare un calo della competitività e una possibile crisi del suo modello economico.
Io in questi giorni sono in consulenza strategica con imprenditori che esportano in quei paesi, in particolare Francia e Germania, e mi dicono che la Germania è completamente ferma, in grave difficoltà. E allora il suo continuo apprezzamento, che passa dall’apprezzamento dell’euro, esercita delle pressioni sull’Unione Europea affinché si rafforzi la domanda interna – cioè quello che io dico da dieci anni – per compensare la perdita della competitività esterna, cioè la vendita attraverso l’esportazione.
Insomma, la Germania si trova di fronte ad un bivio: o persistere nel suo orrendo modello mercantilista, rischiando un declino, oppure stimolare la crescita europea attraverso maggiori spese e investimenti pubblici. Cioè quel tabù che per 20 anni vi hanno instillato sul controllo del debito pubblico.
In poche parole, è ora che l’Unione Europea si assuma le proprie responsabilità e smetta di essere finalmente germanocentrica e subalterna a potenze economiche straniere. Non può continuare a essere vista come un’area da conquistare, soprattutto considerando che pur investendo 1.500 miliardi di dollari in T-Bond americani non ha alcun potere contrattuale, rimanendo bloccata sotto l’influenza geopolitica ed economica del padrone, che si chiama Germania.
#MalvezziQuotidiani, comprendere l’economia umanistica con Valerio Malvezzi
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