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Nel dibattito recente si è parlato dell’accesso semplificato al mercato quotato #Euronext e del Private Equity in ottica #ESG (Environment, Social and Governance), da parte degli operatori del sistema difesa e della produzione di armamenti, cioè della guerra. In tal senso, la #Commissioneeuropea sta valutando la possibilità di allentare i criteri di sostenibilità ESG per favorire l’espansione della produzione militare. E sì, avete capito bene: tutte le norme europee che contesto da anni su sanità, pensioni e scuola non si possono toccare, ma per fare le bombe sì.
Tutto questo nasce dalle richieste dell’industria della difesa, che attribuisce ai severi criteri ESG la perdita di investimenti privati. Ma certo, è un meccanismo che riguarda tutti i settori. Un portavoce della Commissione europea ha menzionato un possibile adeguamento del quadro finanziario sostenibile, come parte degli sforzi strategici. E Ursula #vonderLeyen, sempre lei – lo dico da anni – ha affrontato il tema dell’accesso ai finanziamenti in un incontro con le aziende europee della difesa. L’obiettivo? Allentare le restrizioni ESG per facilitare gli investimenti. Attenzione: si è chiesto che le aziende del settore difesa siano riclassificate come “non dannose”.
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