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L’#UnioneEuropea si prepara a rispondere con fermezza ai nuovi dazi annunciati dall’amministrazione #Trump, nonostante la consapevolezza di partire da una posizione di surplus commerciale nei confronti degli #StatiUniti. Una scelta che, oltre alle logiche economiche, appare guidata da motivazioni ideologiche e dalla volontà di affermare una visione autonoma e strategica dell’Europa nel mondo.
Il perché è nei dati: il solo comparto vinicolo italiano costa agli States circa 2 miliardi di dollari. Il doppio di quanto tutti gli alcolici statunitensi producono di indotto in tutta Europa.
Surplus e tensioni
Nel 2023, l’UE ha registrato un surplus commerciale di 157 miliardi di euro nei beni scambiati con gli USA, a fronte di un deficit nei servizi di 109 miliardi. Nonostante ciò, la reazione europea ai dazi americani non si limita a una difesa degli interessi economici immediati, ma si carica di significati politici più ampi.
Il dibattito in Parlamento europeo ha visto emergere con forza la linea dei gruppi socialisti, liberali, verdi e sinistra, che chiedono una risposta "muscolare" a Trump, non solo per tutelare i settori colpiti ma per riaffermare il principio di indipendenza strategica europea. La retorica è chiara: "Trump fa un gioco stupido e pericoloso, e occorre rispondere in modo deciso a chi fa il bullo", ha dichiarato Bas Eickhout dei Verdi. L’obiettivo dichiarato è quello di "produrre europeo, comprare europeo, proteggere l’europeo".
Questa impostazione, che va oltre il mero calcolo economico, riflette la volontà di rafforzare l’autonomia industriale e politica dell’UE, anche a costo di inasprire lo scontro commerciale con Washington.
La logica della reazione: non solo economia
La Commissione europea, pur consapevole dei rischi di una guerra commerciale, si trova sotto la pressione di un’ampia maggioranza parlamentare che chiede di non cedere ai "ricatti" americani e di difendere i "valori europei". La risposta, quindi, non è solo una questione di bilancia commerciale, ma di principio: "Negoziare partendo da una posizione di forza, senza farsi ricattare".
Non mancano, però, voci critiche che invitano alla prudenza e al pragmatismo, ricordando che l’interdipendenza tra le due economie rende dannosa una spirale di dazi e contro-dazi per entrambe le sponde dell’Atlantico. Ma più per l’Europa, che ha il vero surplus.
L’UE ha già predisposto pacchetti di contro-dazi su prodotti simbolo dell’export americano, pronta ad attivarli se i negoziati falliranno. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha ribadito che "le tariffe ingiustificate sull’UE non rimarranno senza risposta" e che l’Europa "proteggerà i propri lavoratori, le proprie imprese e i propri consumatori".
Il perché?
"Chiedete a Ursula di quella norma che avevano fatto sui lupi, perché un lupo aveva divorato il suo pony". Per Bonifacio Castellane, l’Unione Europea non è altro che questo, e lo mostra una volta di più in questo caso: "Dove finisce la forza finisce il diritto. A Ursula un giudice dà torto per i messaggi con Pfizer? Lei risponde che non li fornirà lo stesso".
Nel video l’intervista da Stefano Molinari.
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