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Migranti, Nagel (Mediobanca): “Pesano su contabilità della crescita”

Migranti, Nagel (Mediobanca): "Pesano su contabilità della crescita"

"Integrazione paga, ma servono ingenti investimenti"

Economia (Milano). "La contabilità della crescita indica come fattori che sviluppano il benessere economico il tasso d’occupazione, l’incidenza della popolazione attiva e la produttività del lavoro. I migranti sono in grado di incidere su tutte queste variabili". Così Alberto Nagel, ad di Mediobanca, durante l’evento ‘Migrazioni e Inclusione – L’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati’ a Milano. "Se è vero che politiche di integrazione strutturate pagano in termini economici, è anche vero che esse vanno prima pagate: essere richiedono ingenti stanziamenti di risorse pubbliche e lunghi periodi di attesa prima che possano produrre i propri frutti", ha aggiunto. "L’esperienza italiana appare migliorabile. Le cifre sono chiare: solo il 14% dei nostri migranti è impiegato nelle tre occupazioni più qualificanti, contro il 33% della media UE, il 51% della Svezia, il 47% della Norvegia e il 43% della Danimarca", ha concluso. (Riccardo Sciannimanico/alanews)

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tipologia di migrante presenta criticità specifiche è un differente differente capacità di contribuire al benessere del paese ospitante la contabilità della crescita indica Quali sono i fattori che favoriscono nel lungo periodo lo sviluppo del benessere economico tra di essi ha un ruolo importante il tasso di occupazione l’incidenza della popolazione Attiva quella che partecipa al mercato lavoro e la produttività del Lavoro migranti sono in grado di incidere su tutte queste variabili è stata proprio la bassa crescita dell’economia italiana nel ventennio il dibattito intorno alla Valenza economica della migrazione se Infatti è l’unità Europea adottasse una combinazione delle politiche di integrazione di Svezia e Canada e se riuscirebbe a conseguire al 2060 un miglioramento dei propri indici di dipendenza che esprimono la gravità dello squilibrio demografico prossimo al 20% se poi l’adozione in Italia di un mix di politiche virtuose ispirate al modello svedese canadese consentirebbe di abbattere 2060 di pendenza italiano in misura superiore al 40% vincendo tutti i venti contrari alla demografia Severo che politiche di integrazione strutturate pagano in termini economici è anche vero che se vanno prima pagate Eh sì infatti richiedono ingenti stanziamenti risorse pubbliche e lunghi periodi di attesa prima che possono produrre i propri frutti indicativamente occorrono 10 anni prima che il gusto pubblico e lunghi il costo pubblico si ripaga in termini di crescita del PIL c’ho restringe la praticabilità di tali misure sono i paesi che hanno bilanci statali capienti e una classe politica e relativo al rettorato sufficientemente pazienti In questo quadro l’esperienza italiana appare migliorabile il nostro paese Infatti si connota per aspetti contraddittori da un lato presenta una delle più basse quote di educazione terziaria tra I migranti anche di seconda generazione dall’altro I migranti fanno segnare in Italia una delle più alte probabilità di trovare impiego I migranti in Italia anche quando parti di formazione specifica finiscono per accettare mansioni dequalificanti Le cifre sono chiare solo il 14% dei nostri emigranti è impiegato preoccupazioni più qualificanti manager professionisti e tecnici contro il 33% della media della Unione Europea il 51% della Svezia il 47% e il 43% della Danimarca tutti fattori che non sembrano agire per l’Italia o ve le Stime più recenti indicano che non incremento del 1% della quota di migranti genere a una caduta 5% della produttività del lavoro per via dei bassi livelli di istruzione e del fatto che loro presenza non innesca percorsi virtuosi di upskilling dei Nativi