Nell’area sud-est di Milano i sei edifici che ospiteranno gli atleti olimpici e paralimpici tra febbraio e marzo 2026. A disposizione della città una piazza che resterà aperta al pubblico
Raffaella Cagnazzo / CorriereTv
Manca meno di un anno al via ai Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026 e l’organizzazione è entrata nel vivo. Se ancora le venue olimpiche non sono state consegnate, la loro realizzazione è in via di completamento (qui tutti i video delle strutture).
I cantieri ancora aperti lavorano alacremente alla consegna delle strutture alla Fondazione Milano-Cortina per l’allestimento finale.
È il caso del Villaggio Olimpico di Milano, che sorge nell’area dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana, nella zona sud di Milano tra via Ripamonti e corso Lodi e che occupa circa un quarto dell’area sottoposta a rigenerazione urbana.
«Si tratta di un progetto a destinazione mista con uffici e residenze libere, sociali o a canone affordable. Il Villaggio Olimpico, che è la prima realizzazione nell’area, sarà convertito in studentato convenzionato con il Comune di Milano a tariffe agevolate» spiega Luca Mangia, direttore generale Coima, la società che si occupa della componente residenziale di tutta l’area. «Si tratta di un progetto a destinazione mista con uffici e residenze libere, sociali o a canone ‘affordable’. Il Villaggio Olimpico, che è la prima realizzazione nell’area, sarà convertito per settembre 2026 in studentato da 1.700 posti letto convenzionato con il Comune di Milano a tariffe agevolate».
La consegna del Villaggio è prevista per luglio 2025, in fase di completamento sono la facciata esterna e gli interni con le stanze che ospiteranno gli atleti prima, gli studenti poi. «Il progetto architettonico parte dai requisiti di pulizia e semplicità degli edifici richiesto da esigenze olimpiche e si concentra soprattutto sull’attivazione dello spazio pubblico» precisa Mangia «Sono state utilizzate tecniche di prefabbricazione che accorciano i tempi di lavorazione in cantiere: le strutture portanti sono tutte in prefabbricato, le facciate interne sono in x-lam ovvero legno modulare prefabbricato così come i 1.100 bagni che sono arrivati finiti e sono stati posati con le gru nelle posizioni esatte. In cantiere sono stati fatti solo gli allacci delle utenze».
Sulle critiche alle facciate squadrate e tacciate di essere “anonime”, Mangia invita alla pazienza: «Gli edifici non sono ancora finiti, anche se all’occhio non esperto paiono completati. L’effetto finale si potrà vedere solo dopo la restituzione del Villaggio Olimpico, con la riconversione a studentato quindi per l’autunno del 2026. Manca ancora tutta la parte di landscaping prevista per le facciate degli edifici in parte perché si tratta di uno dei requisiti richiesti da Fondazione Milano-Cortina che hanno necessità di più spazi liberi, in parte perché il verde è tuttora in vivaio affinché possa essere installato già rigoglioso».
Conclusa invece la costruzione delle stanze, dove mancano solo gli arredi che saranno di produzione italiana, in legno e il letto con un tradizionale materasso a molle. Niente materasso in cartone di parigina memoria, insomma.