Milano, paura e sgomento in piazza Gae Aulenti dopo l’accoltellamento: "Poteva capitare a chiunque"
Il giorno dopo l’aggressione ai danni di una donna diretta al lavoro, tra chi parla di insicurezza crescente e chi invita a non generalizzare.
Cronaca (Milano). Il giorno dopo l’aggressione, Piazza Gae Aulenti appare come sempre: vetro, acciaio, corridoi di luce.
Ma qualcosa è cambiato.
Tra chi dice "Non è Milano, è un episodio"
e chi mormora "Sì, ma se fosse capitato a me?", la città resta sospesa tra la voglia di sentirsi aperta e internazionale
e la consapevolezza che l’imprevedibile vive anche nei luoghi apparentemente più sicuri.
Il giorno dopo l’accoltellamento di una donna avvenuto poco prima che raggiungesse il suo ufficio nella zona, l’atmosfera in Piazza Gae Aulenti è apparentemente quella di sempre. La piazza è attraversata da lavoratori, studenti, impiegati e persone sedute ai tavolini. Ma nelle conversazioni, emerge lo smarrimento.
Molti sottolineano una sensazione di vulnerabilità, soprattutto per il fatto che l’aggressione sembra essere avvenuta senza un movente chiaro. Una parte delle persone presenti racconta di aver pensato, guardando il luogo dell’episodio, che sarebbe potuto accadere a chiunque. Si parla di routine spezzate: arrivare al lavoro, scendere dalla metro, camminare come ogni giorno e trovarsi davanti all’imprevedibile.
Allo stesso tempo, non manca chi definisce l’episodio un caso isolato.
Secondo questa posizione, Milano rimane una città con un alto livello di frequentazione e controllo, e l’evento non rappresenterebbe un cambiamento strutturale della sicurezza urbana. C’è chi invita a contestualizzare, evitando letture allarmistiche o narrative emergenziali.
Tra questi due poli — paura diffusa e invito alla misura — si inserisce una riflessione ricorrente:
l’idea che il tema della sicurezza sia diventato fondamentale.
L’aggressione ha riportato al centro argomenti come: il rapporto tra città e percezione individuale dello spazio pubblico, la presenza di situazioni di disagio non intercettate, la richiesta di presenze più visibili (non solo telecamere, ma figure fisiche sul territorio).
Piazza Gae Aulenti, simbolo della Milano contemporanea fatta di vetro, lavoro e movimento continuo, oggi espone una contraddizione:
la città che vuole essere aperta, veloce e internazionale si trova a convivere con la fragilità che un singolo gesto può rendere visibile.
(Andrea Guidoboni/alanews)
Trascrizione generata automaticamente
Come ti senti in vista di quanto accaduto ieri qua in Piazza Gae Aulenti situazione del genere Però sinceramente però quello che è successo ieri ho proprio sotto il mio ufficio è una sconosciuta a venire oggi però la cosa mi ha spaventato perché già settimana scorsa stesso orario più o meno fino a vedere con passata di qua e comunque il fatto che succedano cose del genere a qualsiasi ora del giorno è spaventoso Speriamo sia un fatto isolato e io non mi sento particolarmente il suo assenso sono cresciuti in un ambiente molto più complesso di questo è una cosa molto strana poi andrà appunto a essere approfondita Anche per capire il movente ma in generale non è non è una cosa che mi fa sentire sicuro chiaramente Queste cose succedono in una città di milioni di abitanti ci sono i pazzi ci sono con le motivazioni che ti portano a fare questo è un problema ma non è il problema che rende la città diciamo invisibile Come alcuni dico quando ho sentito la notizia Mi sono un po’ spaventata perché ho detto non dico potevo essere io Però chiaramente cammini tranquillamente poi Piazza Gae Aulenti o con la tissima frequentatissima non so se crederti o no che così magari dal nulla anche ti terrò una coltellata alla schiena non è che sia il massimo fini anche oggi eravamo un po’ Ma andiamo non andiamo cerco di evitare di uscire in zone in cui non mi sentirei altrettanto sicuro che cosa chiederesti per essere più sicura a tutte le ore a questo punto vedere la zona un po’ Più controllata a livello lo so che di polizia è tutto anche ma niente Piazza Duomo Se vedo che c’è lei mi sento già più tranquilla perché dico succedere a qualsiasi cosa grido aiuto o qualcos’altro e comunque mi vengono ad abitare qua non vedo nessuno quindi se adesso possiamo girare tranquillamente l’angolo e capita anche a noi e sapere che non non è così semplice persona probabilmente magari non ho fatto che abbia visto comunque più sicurezza mi ha fatto sentire un po’ più tranquilla cosa che prima non c’era sarebbe l’ideale Chiaramente si fa se dovrebbe fare il meglio possibile con le risorse a disposizione questo sicuramente il fatto che posso chiedere a chiunque Come si fa sentire è pericoloso metti una certa ansia però alla fine penso che problemi di salute mentale problemi sociali comunque siano comuni a tante realtà questa percezione di insicurezza sicuramente queste


