Chi curerà i lombardi nel 2035? Le previsioni dicono che la mancanza di medici si ridurrà dal 2030 in avanti, grazie soprattutto all’aumento dei posti nelle Scuole di specializzazione per diventare pediatri, chirurghi, ortopedici. Più critica, invece, la situazione degli infermieri. Già ora sono pochi e l’emorragia sembra inarrestabile. Secondo l’assessorato al Welfare della Regione Lombardia al momento sono 38 mila quelli assunti nelle strutture sanitarie pubbliche. Per una copertura ottimale delle necessità negli ospedali e nelle case di comunità, escluso il turnover, ne servirebbero altri 3.653. Ma trovarli non è facile.
Oltre ai pensionamenti, c’è chi lascia per aprire partita Iva o per essere assunto in strutture private, chi emigra all’estero — spesso verso la Svizzera, ma anche Dubai — alla ricerca di stipendi e condizioni lavorative migliori. Nel 2024 il Servizio sanitario regionale ha «perso» 3.523 infermieri, solo 947 dei quali per raggiunti limiti d’età. L’anno prima se ne erano andati 3.234 professionisti, nel 2022 addirittura 3.772. Il mestiere non è più attrattivo, ripetono i sindacati. Pesano lo scarso riconoscimento professionale, le poche possibilità di fare carriera, i turni sempre più pesanti, le paghe insufficienti rispetto a un costo della vita in crescita (lo stipendio netto nel pubblico è di 1.700/1.800 euro al mese).


