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Paragon, Pellegrino (Fanpage): “Spiato con graphite. Chiediamo verità”

Paragon, Pellegrino (Fanpage): "Spiato con graphite. Chiediamo verità"

"Serve trasparenza. Tutto surreale ma anche molto pericoloso"

Politica (Roma). "La mia vita è cambiata, ovviamente in peggio. È tutto surreale, ma anche molto pericoloso". Così Ciro Pellegrino, giornalista di Fanpage, ha commentato la scoperta della presenza dello spyware Graphite, sviluppato dall’azienda israeliana Paragon, sul proprio cellulare. È uno dei casi emersi nella seconda ondata di infezioni, notificata da Apple il 29 aprile scorso.

Pellegrino è intervenuto a margine della conferenza "Ci hanno spiato e infiltrati", tenutasi oggi in Senato per denunciare le attività di sorveglianza occulta contro attivisti, giornalisti e movimenti politici. "Faccio parte di un giornale il cui direttore è stato anch’egli spiato. Quello che chiediamo è semplice: verità. Verità dal COPASIR, che nel suo report non ha nemmeno menzionato il mio caso, pur sapendolo. Verità dalla magistratura, che ha aperto un’indagine, e soprattutto dal governo".

Pellegrino ha ricordato che gli smartphone infettati sono oggi sotto analisi tecnica e giudiziaria, e che le prime verifiche indipendenti hanno già confermato l’uso dello spyware. "Graphite era in uso al governo italiano. Paragon ha dichiarato di aver interrotto il contratto per violazioni dei termini, il governo sostiene il contrario. Allora perché non ci mostra le carte? Perché non ci dice cosa è successo, chi ha autorizzato cosa, e quando?"

Il giornalista ha chiesto maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle istituzioni: "Non possiamo lasciare che questa storia venga archiviata come un caso estivo. Questo riguarda tutti. Oggi spiati siamo noi, ma domani può esserlo chiunque. Abbiamo il diritto di sapere. Come giornalisti, ma prima di tutto come cittadini italiani". (Stefano Chianese/alanews)

Trascrizione generata automaticamente

Io faccio parte della cosiddetta seconda Ondata dello spyware grafite 29 aprile e poi mi avvisa di questa di questo spyware mercenari perché così lo lo hanno definito e da lì la mia vita è cambiata ovviamente in peggio come quella di tutte le persone spiate con questo software in Italia sono un giornalista faccio parte del giornale a un’altra persona il suo direttore spiato da questo spyware è tutto surreale ma tutto molto pericoloso quello che stiamo dicendo è che non ci fermiamo nel verità su quello che è accaduto la chiediamo al governo perché grafite di Paragon era in uso al governo italiano la chiediamo al copasir che di me personalmente non ha parlato nella sua relazione pur avendo lo ha preso del mio spinaggio lo chiediamo alla magistratura perché c’è un’indagine della magistratura da pochi giorni il cellulari spiati sottoposti a controllo sono sottoposti a indagine e quindi speriamo che ne se ne ricavi qualcosa noi sappiamo perché abbiamo già portato i telefoni in analisi da questi laboratori Nord americani che siamo stati spiati vogliamo che l’Italia si renda conto che questo può accadere anche a persone che non fanno i giornalisti che non fanno gli attivisti che non fanno gli attivisti politici e che un qualcosa di molto pericoloso sicuramente occorrerebbe approfondire io non mi fiderei di lasciare questa questione così come una sorella estiva ma da cittadino italiano vuole un approfondimento E penso di non essere l’unico intanto quello che c’è di che Paragona rescisso il contratto con la mente con il governo italiano quindi qualcosa è successo Sì la società Paragona fatto sapere di aver rescisso il contratto per violazione dei ed uso il governo dice che non è così ma una parola certa su questa vicenda riusciremo ad averla dal governo italiano visto che non è nostra prerogativa è interrogare un’auto da una un’azienda israeliana ma il governo italiano perché non mostra le carte perché non fa vedere perché non ha un sussulto di verità e fa vedere cosa è accaduto e ti fa vedere tutto il processo penso che ne dobbiamo ne abbiamo il diritto penso che ne abbiamo il dito da giornalisti ma soprattutto da cittadini italiani

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