Cosa prevede il quesito del referendum sulla cittadinanza
Renato Benedetto / CorriereTv
Domenica 8 giugno (dalle 7 alle 23) e lunedì 9 giugno (dalle 7 alle 15) gli
elettori sono chiamati al voto su 5 referendum abrogativi.
Quattro riguardano il mondo del lavoro (licenziamenti nelle grandi e nelle piccole aziende, contratti a termine, appalti) mentre il quesito numero 5 riguarda la cittadinanza italiana per cittadini extra-comunitari maggiorenni. Si chiede di abrogare l’articolo 9, comma 1 legge 5 febbraio 1992, n. 91 solo nella parte sul tempo minimo di residenza legale in Italia, oggi fissato a 10 anni.
Se vince il Sì: il tempo minimo richiesto si dimezza e lo straniero che risiede legalmente in Italia senza interruzioni da almeno 5 anni può richiedere la cittadinanza italiana, come avveniva prima del 1992. Restano intatti gli altri requisiti (reddito, lingua). Per i promotori 2,5 milioni di stranieri potrebbero diventare italiani a tutti gli effetti. Per i contrari, 5 anni sono pochi per una vera integrazione.
I risultati saranno validi solo se verrà raggiunto il quorum, ovvero se avrà votato il 50% più uno degli aventi diritto. Chi vota sì, si esprime per la cancellazione delle norme oggetto del quesito, chi vota no per mantenerle valide.
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