RIPARTE LA CACCIA AL FILOPUTINIANO ▷ ORA VOGLIONO LA CENSURA DI DE BENOIST AL SALONE DEL LIBRO

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Riparte la caccia al #filoputiniano. In un #Occidente che spesso e volentieri sul tema della guerra si liscia il pelo ribadendo come altrove la libertà di pensiero sia una chimera, la censura però avanza rigogliosa.
Stavolta è toccato al celebre autore francese Alain #DeBenoist. L’invito al #SalonedelLibro di Torino ha suscitato prima scalpore, poi, di fatto, la censura.
Parte tutto dalle solite nomine: Nicola Lagioia, direttore del Salone del Libro, doveva lasciare il posto a Paolo Giordano.
Che però rifiuta per non avere attorno a sé consiglieri nominati da un ministro di Destra (alla faccia del pluralismo). Resta Lagioia e nel frattempo viene invitato De Benoist. Subito partono le lamentele al grido unanime di "propaganda di destra", trascurando però che De Benoist fa del superamento della dicotomia destra-sinistra un baluardo della sua opera. Se dunque l’accusa di suprematismo è debole, si tirano in ballo le posizioni sulla guerra. L’autore francese è notoriamente antiamericano, ma qui la contraddizione è duplice: che ne è del pluralismo delle idee? E perché contestare qualcuno che neppure è invitato per parlare di #guerra?

Riaffiorano ricordi della casa editrice Altaforte, sbattuta fuori qualche anno fa dal Salone del Libro di Torino proprio per aver pubblicato troppi libri ideologicamente "a destra".

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