Roberto Saviano scende di nuovo dall’attico: lo sproloquio anti-Meloni di cui non avevamo bisogno

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E’ tornato a farsi sentire – non che ne sentissimo la mancanza – il bardo cosmopolita Roberto #Saviano, sceso dal suo sontuoso attico di Nuova York dopo aver deposto le titillevoli aragoste rosse e l’inebriante tartufo bianco. Il bardo cosmopolita ha tuonato contro il governo della destra bluette di Giorgia #Meloni con le seguenti parole che traggo direttamente dalla sua pagina personale sul cinguettatore, detto Twitter: "Meloni mente, chiama le #ONG ‘traghetti che fanno la spola con gli scafisti’. In dieci anni di inchieste non è mai emerso niente del genere. Le leggi contro le ONG tolgono osservatori dal Mediterraneo per permettere respingimenti illegali e mano libera alla Guardia costiera libica".

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Ebbene sì, ancora una volta il bardo cosmopolita si conferma voce allineata massima rispetto al discorso dominante della globalizzazione turbocapitalistica. Anzi, per essere più rigorosi, come già altra volta dicemmo, il bardo cosmopolita risulta il cantore ditirambico dei rapporti della globalizzazione turbo capitalistica. Ai quali rapporti egli fornisce le "superstrutture di giustificazione", direbbe #Gramsci. Del resto lo sappiamo piuttosto bene, le ONG si nascondono dietro la filantropia con cui dichiarano di agire per i diritti umani, la democrazia, i salvataggi delle vite. E in realtà sono semplicemente la maschera dietro la quale agisce il #capitale, l’interesse del capitale transnazionale.

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