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Schlein ne ha tirata fuori un’altra dal cilindro e stavolta non ha scusanti

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Vi è una recente dichiarazione, svolta in piazza da Elly #Schlein, che mi pare davvero degna di essere commentata, sia pure telegraficamente. Così ha affermato la sacerdotessa della sinistrash fucsia, liberal progressista e ultraatlantista: «Serve una legge contro l’omo-bilesbo-transfobia», sic.
Sembra una frase estrapolata da una qualche trasmissione cabarettistica di seconda serata, e invece è purtroppo la dura realtà che, come non mi stanco di sottolineare, ha già da tempo superato ogni fantasia distopica in stile orwelliano. La vestale del neoliberismo arcobaleno lo ha detto sul serio. Ancora una volta, i temi storici della sinistra rossa, come il lavoro e l’opposizione all’imperialismo, vengono completamente archiviati, come se non fossero mai esistiti.

Le priorità odierne sono altre, segnatamente la lotta contro l’omobilesbotransfobia. È ovvio che le discriminazioni di ogni tipo siano deplorevoli e da combattere. Ma siamo sicuri che sia corretto farne una priorità politica assoluta, quando questa discriminazione riguarda forse lo 0,5% della popolazione, mentre si ignora del tutto la vera discriminazione, quella di classe, capitalistica, economica, che interessa invece la maggioranza dei cittadini?
Sorge anzi il sospetto che l’enfasi posta su una questione minoritissima e culturalmente molto visibile, ma del tutto sganciata dal conflitto di classe, sia solo l’ennesimo diversivo. Una maniera per defocalizzare lo sguardo dal cuore della questione sociale, verso cui la sinistrash liberal-progressista mostra la stessa insensibilità della destrash.

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