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In questi giorni non si fa altro che parlare del caso controverso di #CeciliaSala, la giornalista mainstream arrestata in Iran in quanto giudicata persona non gradita dal governo di Teheran. Speriamo vivamente che ella venga presto liberata e possa tornare in Italia sana e salva. Il caso comunque ci permette di svolgere alcune considerazioni controvento anche in questo frangente.
Che ci faceva Cecilia Sale in #Iran? Da quel che emerge dalla sua pagina Twitter faceva interviste sul patriarcato con un taglio evidentemente critico rispetto al governo di Teheran. Mi pare di poter dire, senza tema di smentita, che la giornalista italiana rientri appieno nel virtuoso coro dei critici radicali dell’Iran, al quale naturalmente contrappongono ideologicamente la magnifica libertà occidentale o, se preferite, uccidentale. Sarebbe un po’ come se giornalisti russi venissero in Italia o andassero in America, in questo frangente storico, a fare podcast o servizi contro l’Italia, contro gli Stati Uniti o contro la NATO.
Il governo italiano e quello statunitense non reagirebbero in maniera dura e severa? Quando ci si reca in uno Stato, la prima cosa da fare è rispettare le norme di quel paese, ben sapendo che, se vengono violate, si rischiano conseguenze anche radicali. Ne era al corrente Cecilia Sala? A quanto pare all’Iran non fa piacere avere in casa la propaganda contro il suo governo e contro il suo assetto socio-economico. Come del resto, lo ripetiamo, non farebbe piacere agli Stati Uniti d’America o all’Italia stessa. Se non erro, Cecilia Sala scrive su Il Foglio, tra i giornali più atlantisti sulla faccia della Terra.
#RadioAttività
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