Zelensky parla di “fine del conflitto” ma dimentica un dettaglio cruciale su Europa e USA

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E adesso il “guitto di Kiev”, #Zelensky, l’attore nato con la N maiuscola, prodotto in vitro di Washington, se non di Hollywood, l’attore più pagato di tutti i tempi, parla espressamente di una possibile fine della guerra nel 2025. Insomma, il “guitto di #Kiev” sta più o meno apertamente riconoscendo che la guerra potrebbe finire presto, anche se naturalmente non esplicita il fatto che detta fine potrebbe chiaramente avvenire nel senso di una disfatta dell’Ucraina. #Ucraina che, teniamo a precisare, il “guitto” non sta difendendo, ma che sta anzi sacrificando impietosamente sull’altare dell’imperialismo a stelle e strisce.

Quell’imperialismo che impiega l’#Ucraina stessa come instrumentum belli contro la #Russia di #Putin, colpevole di non genuflettersi al nuovo ordine mondiale liberal-atlantista e, anzi, di propiziare un auspicabile ordine multipolare o poliarchico che dir si voglia, un ordine finalmente sottratto al monopolarismo della “civiltà dell’hamburger”. L’abbiamo ribadito ad nauseam: questa non è la guerra della Russia contro l’Ucraina, essendo invece il conflitto che la “civiltà dell’hamburger” ha scatenato tramite l’Ucraina contro la Russia di Putin, colpevole di non genuflettersi al nuovo ordine mondiale e, anzi, colpevole di propiziare un ordine multipolare. Peraltro, non è ozioso rammentare il fatto che, storicamente, ogni campagna di Russia si è risolta in una disfatta per chi si è arrischiato in una simile impresa.

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