BECCHI SMONTA LA FASCISMO-MANIA ▷ “QUANDO VI RINCHIUDEVANO IN CASA NESSUNO HA PARLATO DI DITTATURA”

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Il caso #Scurati ha riacceso il dibattito pubblico sul fascismo. Il discorso parte da lontano, da quando Giorgia #Meloni l’ha riportato in voga. Il dilemma è sempre lo stesso: a sinistra urlano al neo fascismo, a destra c’è chi fa finta di nulla e non ha alcuna intenzione di dichiararsi antifascista. La bufera scoppiata in Rai ne è la dimostrazione: basta una scintilla per riaccendere un incendio che non riesce a spegnersi, soprattutto se la scintilla appare a ridosso della Festa della #Liberazione.

Secondo Paolo #Becchi, #filosofo del diritto, non si può più parlare di fascismo e antifascismo: "Secondo me, abbiamo perso il senso delle cose. La discussione si è concentrata su problemi abbastanza inesistenti. Si parla di fascismo perché uno scrittore non ha potuto tenere il suo monologo alla #RAI, anche se può esprimersi liberamente altrove. Questo, a mio avviso, viene strumentalizzato per creare un senso di censura, anche se le circostanze non lo giustificano. L’argomentazione sull’antifascismo diventa paradossale senza la presenza effettiva del fascismo storico. Si fa riferimento a episodi recenti, come le restrizioni durante la pandemia, per sostenere che l’antifascismo attuale può diventare esso stesso un’oppressione. Questo porta a una distorta dialettica tra fascismo e antifascismo, che monopolizza il dibattito pubblico in mancanza di idee alternative".

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