Black Friday: ecco qual è il vero significato della prima festa religiosa del capitalismo sfrenato

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Si chiama #BlackFriday, lo sapete bene, viene ribadito in maniera ossessiva e compulsiva in televisione e sui cartelli in giro disseminati per tutta #Europa. È una scritta martellante che evoca subito un cuccagnesco paesaggio in cui tutto è possibile, in cui ogni desiderio deregolamentato e fluido può essere soddisfatto. Con una precisazione naturalmente: bisogna avere l’equivalente monetario per permetterselo e per poterselo concedere.

Il Black Friday, diciamolo apertamente, è ufficialmente la prima festa religiosa del capitalismo, inventata dal capitalismo e per il capitalismo. #Capitalismo che diviene, in senso compiuto, religione. Il carattere intrinsecamente religioso del capitalismo era già stato intuito da Max #Weber quando notava come la genesi stessa del capitalismo deriva da una secolarizzazione dell’etica protestante.

Il gesto del protestante parsimonioso che accumula ricchezze per compiere l’ascesi intramondana, cioè per avere la certezza di essere salvato grazie al proprio successo professionale, si secolarizza nella modernità in una religione dell’accumulo fine a se stesso. E il mantello che copriva le spalle del protestante garantendogli la certezza si muta così, in gabbia d’acciaio, dalle sbarre inossidabili. Questo è il moderno spirito del capitalismo.

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