Candidata al Nobel per la Pace, Olga Karatch: “Ho paura ma non smetto di lottare per la democrazia”

In Bielorussia è praticamente una condannata a morte da quando è stata inserita nella lista nera come terrorista. Olga Karatch, giornalista e attivista per la pace e i diritti umani, Premio Langer 2023, è candidata al Nobel per la Pace 2024. La sua battaglia contro il regime di Lukashenko le è valso l’arresto e la tortura, ma questo non l’ha mai fermata. Oggi vive in esilio a Vilnius, in Lituania, da dove porta avanti la sua lotta non violenta contro la guerra in Ucraina in qualità di fondatrice della rete “Nash Dom” (Our house) che racchiude oltre 23 gruppi di volontari in una ventina di città della Bielorussia e dell’Ucraina.
Con la campagna lanciata “No means No” difende il diritto all’obiezione di coscienza del servizio militare e offre assistenza anche ai disertori. In questi giorni è in Italia, in giro per l’iniziativa Euromediterranea, e noi l’abbiamo incontrata a Firenze durante un dibattito organizzato dal Cospe. Ha una voce dolce e delicata, che entra quasi in contrasto con uno sguardo profondo e tagliente.
Cosa si prova a dover pagare gravi conseguenze per aver lottato per i propri diritti? L’Europa e l’Italia cosa possono fare?

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