Ci sono ancora nel mondo 200 milioni di ragazzine che subiscono mutilazioni genitali

Il fenomeno delle mutilazioni genitali femminili riguarda in tutto il mondo circa 200 milioni di bambine e ragazze. Succede – dicono alcuni studi, che per altro non forniscono un quadro completo del fenomeno – in 31 Paesi per i quali i dati sono disponibili. In almeno 15 di questi esistono situazioni di conflitto, avverte la Banca Mondiale, rendendo ancora più complessa e difficile ogni politica di sensibilizzazione e sradicamento di questa pratica dannosissima per la salute fisica e psicologica delle ragazzine o delle giovanissime donne. Rispetto a tutto questo, l’AIDOS – l’Associazione mata nel 1981 che ha lo scopo di diffondere e promuovere i diritti umani delle donne, la loro libertà e dignità nei Paesi poveri o in fase di sviluppo – lavora, assieme a tanti altri organismi, per porre fine a questa pratica intervenendo sulle cause profonde alle sue origini per scardinare le relazioni di potere inique di genere e rimettere in discussione i ruoli tra uomini e donne, coinvolgendo gli uomini stessi nel processo di sensibilizzazione. Le mutilazioni genitali femminili non sono un fenomeno che appartiene al mondo islamico. Ci sono comunità che le praticano nella convinzione che sia obbligatorio, come in Indonesia, ad esempio; ma avvengono anche in ambito cristiano. Di questo ed altro abbiamo parlato con Clara Caldera, in rappresentanza di AIDOS e con Adele Tulli, regista e videomaker, che ha realizzato un “corto” su questo argomento.

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