Dalla fuga su un barcone al suo primo ristorante italiano

Ha lasciato casa senza dire una parola a mamma e papà. Senza salutare i fratelli. Della sua intenzione, non ha informato nessuno.
Con i risparmi che aveva da parte, qualche migliaio di sterline egiziane, equivalente a poche centinaia di euro, s’è prenotato un posto tra i trecento che riempivano un barcone che dall’Africa partiva alla volta dell’Europa. 
Lungo una delle tante tratte della speranza che diventano, in alcuni drammatici casi, della morte.
Arnest Kalaf non aveva nulla con sè. Indossava un paio di jeans, scarpe da ginnastica ed una maglietta. Nemmeno una valigia, uno zaino, una borsa.
E aveva soli 14 anni.
E’ una storia di speranza, coraggio e straordinaria determinazione quella che questo ragazzo, oggi 23enne, racconta seduto nel suo ristorante in centro a Chivasso, "La Conchiglia". Suo, perché dal 1 gennaio scorso ne è diventato titolare. 
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