Questi dati alimentano il rischio Recessione USA. Parliamone.
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Il 24 febbraio è uscito il report sull’inflazione PCE. Questo è un parametro fondamentale, in quanto è quello preferito dalla FEDERAL RESERVE per misurare i cambiamenti nel costo della vita. L’inflazione PCE non va confusa con l’indice dei prezzi al consumo CPI. Tra i due indici c’è una differenza netta. L’indice CPI misura la variazione dei prezzi di un "paniere" di beni e servizi che rappresentano i classici consumi di una famiglia media. Mentre l’inflazione PCE include anche i prezzi dei beni e dei servizi acquistati dalle aziende e dal governo e il cambiamento nelle scelte di consumo da parte dei consumatori. Gennaio si è rivelato un mese pieno di sorprese in quanto i prezzi hanno accelerato il passo, nonostante i rialzi notevoli dei tassi di interesse. Più in particolare rispetto a un anno prima, l’inflazione PCE è cresciuta del 5,4%. Allarmanti anche i dati sulle vendite al dettaglio, balzate del 3% mese su mese. Questo è un ottimo dato per l’economia, ma non per l’inflazione. La strada della FED per un ritorno alla normalità, è ancora molto lunga e accidentata. La Banca centrale dovrà infliggere dei danni concreti all’economia per far scendere l’inflazione al target del 2% all’anno.
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