Femminicidio, una riflessione scomoda.

#femminicidio l’ultimo caso di cronaca nera ha suscitato doveroso sgomento. Tuttavia in nome di episodi “limite” dovuti a pochi (per fortuna) pazzi, si sta creando un pregiudizio diffuso verso l’intera categoria maschile, con riflessi gravi soprattuto dal punto di vista giuridico.

Il codice rosso del 2019 ha messo uomo e donna su un piano di totale disparità processuale e tra l’altro, lo si è visto con chiarezza, non è comunque uno strumento idoneo a fermare un folle che intende uccidere.

Nessuno tratta con la dovuta attenzione il tema della calunnia femminile, usata talvolta (ma certamente con una frequenza statistica ben maggiore ai “femminicidi”) come arma in separazioni, divorzi e lotte per l’affidamento dei figli. Un fenomeno in preoccupante ascesa, proprio in forza della propaganda che monta traendo spunto da crimini efferati e da una legislazione sbagliata, di cui vi posso dare un esempio realmente accaduto:

Bimbi contesi e calunnia “femminile”: l’incredibile storia di Juri.