Gazprom continua a fornire gas, ma l’Europa non lo vuole

Da Mosca Mark Bernardini per Visione TV. Siamo alla settimana del 18–24 dicembre 2023, proseguiamo con il notiziario settimanale dalla Russia. Buon ascolto, buona visione e soprattutto buona Visione TV.
Come ampiamente preannunciato, il 14 dicembre si è svolta la consueta linea diretta annuale di Putin con i media e con la popolazione. E’ durata quattro ore, e non è una novità. Sono state ricevute preventivamente 2.300.000 domande, molte sono state accorpate per similitudine. Nel corso della conferenza, ha fatto in tempo a rispondere a 67 domande. Per la stragrande maggioranza, è stata incentrata sulla politica interna e sull’economia del Paese, impossibile riportarvi tutto senza una ampia spiegazione. Mi limito dunque ad alcuni argomenti di carattere internazionale, quelli che personalmente ho trovato più interessanti e significativi.
Tutti conoscono l’idea del presidente eletto dell’Argentina di passare al dollaro all’interno del Paese. Questa è una decisione sovrana di ciascun Paese.
Molti si chiedono: perché continuiamo a fornire gas in Europa? Gazprom è un partner affidabile, ha obblighi contrattuali, ha sempre adempiuto a tali obblighi contrattuali e li sta adempiendo tuttora.
Sui migranti. Non è un problema facile. E’ tipico di molti Paesi del mondo, anche da noi. Secondo varie stime, abbiamo oltre 10 milioni di lavoratori migranti. Ma qui nel nostro mercato del lavoro, come ho detto all’inizio, la disoccupazione è del 2,9%, cioè non c’è quasi disoccupazione. Ma ci sono esigenze nel mercato del lavoro. Questo non significa che dobbiamo risolvere i problemi economici e risolvere i problemi del mercato del lavoro ad ogni costo e a scapito della popolazione autoctona della Russia. E’ necessario coinvolgere i migranti. Ma ovviamente a noi interessa soprattutto la manodopera qualificata. Sembra anche che non possiamo fare a meno della manodopera meno qualificata, ma dobbiamo, in primo luogo, insieme ai nostri partner dei Paesi da cui questi migranti provengono, iniziare a lavorare in anticipo. E devo dire che i nostri amici di questi Paesi sono tutti favorevoli all’apertura di scuole russe in lingua russa, all’apertura di filiali delle nostre università. Lo accogliamo con favore e faremo del nostro meglio per farlo. Hanno bisogno e ci chiedono di mandare i nostri insegnanti, espandere questi programmi e inviare loro libri di testo. Questo deve essere preparato in anticipo.
A un certo punto abbiamo assistito ad una scena surreale, un “teatrino” di cui sospetto Putin fosse all’oscuro, a giudicare dall’espressione del suo volto. Ne ha però approfittato per esplicitare il suo pensiero sull’intelligenza artificiale. Ve lo mostro per intero, con la mia traduzione simultanea.
Il direttore della rivista italiana di geopolitica Limes e dell’omonima scuola di geopolitica, Lucio Caracciolo, ha affermato che Vladimir Zelenskij sta perdendo nel conflitto e che l’Ucraina non recupererà i territori perduti.
Il ministro italiano dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha affermato che l’Unione europea è come un’assemblea di condominio, poiché non può prendere decisioni rapide.
Il primo ministro italiano Giorgia Meloni avrebbe convinto il primo ministro ungherese Viktor Orbán a non interferire con l’avvio dei negoziati per l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea. Così secondo il quotidiano Libero. Orbán avrebbe abbandonato la sala dove si è discusso di questo tema, poiché la Meloni ha negoziato con lui prima dell’inizio del vertice. Di più: Libero scrive che l’uscita del primo ministro ungherese dalla sala è stata la loro “strategia comune” con la controparte italiana.
Domenica sono state aperte le urne in Serbia per le elezioni politiche straordinarie. E’ la quarta volta negli ultimi 12 anni che in questo Paese balcanico si tengono le elezioni parlamentari anticipate. Stando a tutti gli ultimi sondaggi anche questa volta il voto sarà vinto dal Partito progressista serbo (SNS) del presidente Aleksandar Vučić.
Le autorità russe hanno trovato il modo di trasferire le quote associative alle istituzioni delle Nazioni Unite e ad altre organizzazioni internazionali in dollari ed euro. Lo ha dichiarato il direttore del Dipartimento delle organizzazioni internazionali del Ministero degli affari esteri Pëtr Il’ičëv. Come ha ricordato, l’anno scorso è stato difficile farlo a causa delle restrizioni sanzionatorie. “Finora siamo riusciti a sviluppare un meccanismo per trasferire i fondi russi alle strutture internazionali, in cui riteniamo opportuno continuare a partecipare”, ha affermato il capo del dipartimento, aggiungendo che ora i contributi vengono pagati principalmente in dollari statunitensi ed euro.

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