Il Principe e lo Zalone

Metti un pomeriggio nel salotto di casa. C’è tutta l’estemporaneità, il divertimento, l’intonazione ballerina dell’incontro domestico fra amici in quel Pastiche che siede Francesco De Gregori e Checco Zalone uno accanto all’altro come sulla copertina ispirata con gusto un po’ vintage all celebrato Carosello Carosone n. 2 del grande Renato. "Carosone è un po’ nello spirito di questo disco, pianistico come i suoi, ma anche ilare com’era lui, nonostante il suo grande rigore di musicista" ammette l’uomo di Rimmel. "Come se questa copertina fosse una canzone del disco, un elemento del progetto".

"Gli artisti quando superano i sessant’anni diventano livorosi, incazzati con l’età che avanza, con ciò che offre il mondo moderno, io De Gregori non l’ho mai sentito parlare male della trap, mentre l’ho sentito dire cose terribili di certi suoi colleghi" continua Luca-Checco. "Mi piace la sua assenza di retorica, di moralismo, ma anche il suo profondo senso etico". E l’amico ricambia. "Ho amato Checco fin dal primo film perché trovo che nei suoi lavori ci sia sempre uno sguardo innocente e dolce sulle creature umane, sulla società. Anche quando diventa corrosivo non c’è mai cattiveria, ma sempre disincanto, rispetto, delicatezza, e questo paradossalmente lo trovo anche nel suo modo d’interpretare la musica. Un suonatore istintivo e affettuoso, che cura la musica come una creatura che ama".