“Il ramadan è molto più del digiuno”

a cura di Olimpia Peroni

Per quasi 2 miliardi di musulmani sta per iniziare il ramadan – una parola che spesso ricolleghiamo subito al digiuno. E non è che sia sbagliato, anzi. Ma, in realtà, ha tanti altri significati più profondi. Ne ho parlato con Mohamed Dourasse, un ragazzo musulmano nato a Recanati ma di origini marocchine.

Mohamed:
Ho 24 anni, nella vita studio scienze della nutrizione a Roma poi come hobby mi piace molto il calcio.
Il mese del ramadan è il mese più sentito, è un po’ come se fosse il nostro natale. Si sente di più l’unione familiare, si sta di più insieme.

Il ramadan è il mese sacro. Secondo la dottrina islamica, coincide con il momento in cui il profeta Maometto ha ricevuto le parole dell’arcangelo Gabriele che gli disse “Iqra”, cioè “leggi” – ma si può anche tradurre con “studia” o “impara”.

E in effetti quello del ramadan è un mese in cui si riflette, si medita. Ogni giorno dall’alba al tramonto ci si astiene da cibo, acqua, fumo e rapporti sessuali: ma non si tratta di un astenersi fine a se stesso.

Mohamed
Il periodo del ramadan è più un momento di riflessione, di ritrovare se stessi, di ristabilire quella connessione con dio; e quindi tutti gli sforzi, tutti i ritmi del lavoro devono diminuire.

E’ un mese di disciplina, un mese in cui chi lo pratica vuole ristabilire le priorità della vita e esercitarsi all’autocontrollo e alla gestione dei pensieri negativi.

Il digiuno e l’astinenza sono interpretabili anche come un sacrificio fatto dal fedele per ricordare quali sono le condizioni di privazione in cui vivono le persone in difficoltà. E infatti, un altro importante aspetto di questo mese è la carità, che va fatta secondo le possibilità di ciascuno.

Mohamed
Sono stato sempre di fede islamica, i miei genitori sono stati bravi a trasmettermi i messaggi che ci sono nel Corano… loro ci tenevano molto. Poi è ovvio che quando uno diventa grande le scelte iniziano a essere più sue, consapevoli.

Non è che tutti devono o sono in grado di digiunare, però. Dal ramadan possono astenersi donne incinte o durante il periodo mestruale, anziani, malati, persone in viaggio e soldati.

L’importante, però, è che i giorni di astinenza saltati vengano recuperati durante l’anno, oppure compensati facendo beneficenza.
Chi invece proprio non può digiunare, come gli anziani, dovrebbe fare beneficenza.

Il ramadan coincide con il nono mese del calendario lunare ma non ha una data di inizio prestabilita – quella dipende, appunto, dalla luna. Sì perché, come previsto dal Corano, nell’islam il calendario si calcola in base alle fasi lunari e quindi, in generale, anche le date di inizio dei mesi variano di anno in anno.
L’inizio del ramadan è sancito da una procedura chiamata avvistamento lunare – in parole molto semplici, si attende l’avvistamento del primo spicchio di Luna crescente dopo la Luna Nuova.

Non è sempre facile avvistare questo sottilissimo falcetto di luna, soprattutto se pensate che alcuni studiosi islamici ritengono che l’avvistamento debba essere fatto esclusivamente ad occhio nudo.
Poi aggiungeteci che le fasi lunari non si prevedono facilmente, che le condizioni meteo possono essere avverse e che non tutti la osservano dalla stessa zona.
Ci sono numerosi comitati, sparsi per il mondo, che cercano di avvistarla per stabilire la data di inizio: per questo i mesi del calendario lunare possono avere inizi diversi in base all’area geografica.

Molti musulmani prendono come riferimento per l’inizio del Ramadan quello stabilito da uno specifico dipartimento della Corte Suprema saudita, essendo l’Arabia Saudita sede della Mecca.

Alla fine del mese sacro c’è una vera e propria festa, l’Id al-fitr – ci si ricongiunge tra parenti, amici, conoscenti – è un momento di gioia, preghiera e condivisione: ognuno porta del cibo e lo si mangia insieme, festeggiando la fine del lungo periodo di digiuno e astinenza.

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