La morte in sordina di Toni Negri è l’ennesima prova della corruzione del giornalismo contemporaneo

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È purtroppo morto in questi giorni il filosofo padovano #ToniNegri, uno dei grandi interpreti del nostro tempo, un pensatore ormai noto a livello mondiale. Dirò di più, uno dei filosofi italiani più recenti che hanno conosciuto la massima celebrità a livello planetario. Ovviamente i giornali nazionali hanno decisamente trascurato la notizia e quando l’hanno data si sono limitati frettolosamente, e dirò di più vergognosamente, a liquidare Toni Negri come un cattivo maestro del #Novecento.
Ciò in ragione della vicenda giudiziaria di Toni Negri, che venne a suo tempo condannato e accusato come ideologo delle #BrigateRosse. Non vi è traccia sui giornali del pensiero di Toni Negri, del suo contributo alla filosofia, della sua interpretazione originale del #marxismo e del mondo contemporaneo. Personalmente non condivido quasi nulla del modo particolare di Toni Negri di interpretare il marxismo e la globalizzazione.
Però egli merita comunque di essere ricordato, studiato e in questi giorni anche pianto per la sua scomparsa. Non condivido di Toni Negri l’interpretazione di Marx, che egli legge disgiungendolo da #Hegel e riportandolo in un paradigma che genericamente dirò vicino a #Foucault, Deleuze e al pensiero francese della differenza. e non condivido il pensiero di Toni Negri anche in relazione alla sua lettura particolare della globalizzazione, soprattutto a partire da un testo, Impero, uscito nei primi anni del nuovo millennio e destinato a diventare famoso a livello mondiale.

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