L’ANALISI DI BORGONOVO SUL MISTERO PRIGOZHIN ▷ “I FENOMENI DELLA PROPAGANDA CI CASCANO COME SEMPRE”

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"Tra spie e traditori il #Cremlino vacilla", si legge su La Stampa a cappello di un articolo di Domenico Quirico. Una firma che non può essere certo tacciata di putinismo, e che tuttavia nel pezzo non parla proprio di crepe del Cremlino.
Dopo l’evaporazione del golpe di #Prighozin, capo della Wagner che secondo diverse letture avrebbe in realtà fatto da comprimario di Putin nel ripulire l’élite russa avversa e far venire a galla i nemici del governo, quello che resta non sembra esattamente un indebolimento.
"In effetti il Cremlino ne esce rafforzato", commenta Francesco #Borgonovo: la stessa opinione l’ha condivisa Toni #Capuozzo davanti a uno sbigottito Nicola #Porro.
Ma perché Putin ne uscirebbe rafforzato agli occhi dell’opinione pubblica russa ed europea?
"Se ci si pensa bene Putin esce dalla vicenda innanzitutto come il male minore. Se immaginassimo uno come Prigozhin a capo dello Stato, non è che le cose sarebbero molto più semplici.
Ne esce poi come quello che incarna l’unità nazionale in qualche modo. Infine ha l’occasione di fare un po’ di ordine tra le forze armate".

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