L’astronomia egizia e gli stargate degli dei – Massimo Barbetta

Replica del 17 Settembre 2021

Massimo Barbetta continua e porta a conclusione la sua ricerca sui misteri della teologia e dell’astronomia egizia. Vengono descritti nel dettaglio, contestualizzandoli con le immagini che ci provengono da alcune tombe dei faraoni nella Valle dei Re, alcuni contenuti del “Libro dell’Amduat” e del “Libro delle 12 Porte del Duat”.

Vengono verificate, integrandole, le traduzioni dei principali egittologi di molti passi geroglifici di questi testi, così come dei “Testi delle Piramidi”, dei “Testi dei Sarcofagi” e del “Libro dei Morti”.

Da qui emergono conoscenze tecnologiche, astronomiche, e, seppure parzialmente, astrofisiche, davvero impensabili per un popolo, quale quello degli antichi egizi, definito dai più del tutto arcaico. Seppure espresse in una modalità descrittiva tipica dell’epoca, molte descrizioni si rivelano sorprendentemente attuali anche dal punto di vista iconografico.

Emerge, così, la consapevolezza degli antichi egizi, che per viaggiare fra le stelle, in direzione della mitica e lontana Patria degli Dei, collocata in una precisa e circoscritta zona di cielo, la barca del dio Ra doveva servirsi di particolari artifici o condotti spazio-temporali, i cui aspetti, i cui effetti, la cui struttura e la cui disposizione celeste erano descritti con sorprendente precisione. Completato da moltissime fonti bibliografiche, da immagini e da un’Appendice su alcuni aspetti del film “Stargate”.