Le parole di Orbán sul destino dell’Unione Europea suonano come un’infausta profezia

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Sono davvero notevoli e degne di meditazione le parole recentemente espresse dal presidente ungherese Viktor #Orbán. Egli ha detto testualmente che "l’Unione Europea si trova adesso a pochi centimetri dalla distruzione".
Lo ha asserito naturalmente in relazione a quel che sta accadendo tragicamente con la guerra in Ucraina. Una guerra in cui l’Unione Europea sta sempre più spostando il baricentro dalla difesa all’attacco. tant’è che, a suffragio di quanto detto da #Orban, ormai apertamente l’#UnioneEuropea esorta Kiev e il guitto #Zelensky, attore nato con la N maiuscola, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood, a impiegare le armi contro la Russia di Putin.
La Germania, per esempio, già ha dato il via libera all’impiego delle armi date all’Ucraina per attaccare direttamente la Russia di Putin. La stessa strategia narrativa della #NATO si è radicalmente modificata nei giorni scorsi. Non si parla più, infatti, genericamente di difesa dell’#Ucraina, ma palesemente ora si mette a tema l’attacco alla #Russia.

Stoltenberg, segretario della Nato, ha asserito, senza perifresi edulcoranti, che per difendersi è d’uopo ora compiere un contrattacco contro la #Russia. Non può sfuggire, sa va san dir, il registro narrativo squisitamente orwelliano impiegato da #Stoltenberg, dalla Nato e dalla stessa Unione Europea. Registro narrativo in grazia del quale la guerra è pace e l’attacco è difesa.

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