L’incidente del robot Tesla ci dice tutto sul mito del “progresso”

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Leggiamo sui principali quotidiani che un robot ha aggredito e ferito un ingegnere della #Tesla. Siamo ormai davvero in una situazione paradossale, per certi versi analoga a quella tratteggiata da Matrix, la celebre pellicola del 1999 in cui si mostrava l’umanità ormai soggiogata dalle macchine.

L’#intelligenzaartificiale in effetti sembra portare a compimento questo processo nefasto.
Processo nefasto che viene naturalmente spacciato con squillo di tromba come "progresso", e in quanto tale magnificato urbi et orbi.
In termini heideggeriani si tratta del naturale compimento del processo dell’oblio dell’essere e della convergente riduzione dell’ente a fonde disponibile per la volontà di potenza autoreferenziale e nichilistica. L’uomo che si crede signore del mondo diviene in realtà sottomesso, come ogni altro ente, alla potenza illimitata della tecnica, la quale ad altro non mira se non al proprio autopotenziamento illimitato.
Come scriveva Emanuele Severino: "La tecnica consiste nella creazione illimitata di fini".
#robot #IA #AI

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