L’omicidio Matteotti, 100 anni dopo: l’assassinio e lo scempio del cadavere compiuto dai fascisti

Cent’anni fa, l’Italia viveva la tragedia di Giacomo Matteotti, la più celebre – anche se non l’unica – di Mussolini e del regime fascista. Matteotti abitava in Lungotevere Arnaldo da Brescia: fu rapito e andò incontro alla morte. Qui oggi c’è il monumento che lo ricorda.Il 17 agosto 1924, su Corriere della Sera, si legge: «Quello che più importa rilevare, è lo scempio che è stato fatto del cadavere costringendolo a occupare una fossa tanto corta rispetto alla sua lunghezza. Il compianto deputato era infatti alto un metro e settanta, mentre la fossa non raggiunge un metro e trenta centimetri di lunghezza. Coloro che lo seppellirono dovettero indubbiamente spezzargli le gambe o comprimergli la testa nella cassa toracica». ​Del corpo di Giacomo Matteotti fu fatto scempio e fu ritrovato per caso. Il regime visse la sua più grave crisi e l’Italia perse l’occasione di abbattere il fascismo. Mussolini approfittò invece del delitto per realizzare il suo progetto e instaurare la sua dittatura.
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