“Non si affitta ai gay”: la video-denuncia

È successo di nuovo, questa volta nell’avanzata ed europea Milano: l’affitto di un immobile è stato negato a causa dell’orientamento sessuale dei suoi futuri inquilini. “La persona preferisce persone più tradizionali”, ha fatto sapere la proprietaria all’agenzia immobiliare a cui Andrea Papazzoni si era rivolto e con la quale aveva portato a termine le pratiche per il versamento della caparra e la dimostrazione della sostenibilità economica dei canoni dell’appartamento.
L’ennesima tristissima pagina di un’Italia che di connettersi con il Paese reale, lasciandosi alle spalle ideologie e retaggi del passato, pare non averne alcuna intenzione. La dimostrazione che, negli ultimi anni, invece di andare avanti, il Belpaese ha fatto passi da gigante all’indietro.

La video-denuncia è arrivata a mezzo Instagram. Sito in zona Maciachini a Milano, l’appartamento per ora è sfitto e, stando alle caratteristiche descritte da Papazzoni, non troverà presto un nuovo potenziale ed economicamente solido affittuario. Un reel di un minuto e poco più che racconta una circostanza che ha dell’incredibile e che, oltre a ferire personalmente i diretti interessati, denota una fragilità culturale difficile da sradicare. E, come da copione, oltre il danno anche la beffa: l’agenzia ha smentito la ricostruzione di Papazzoni, facendo sapere che la casa è stata negata perché la proprietaria ha ritenuto che chi lavora nel mondo dell’arte e della musica non è in grado di offrire le garanzie necessarie. Andrea Papazzoni, però, ribatte:

"Ammesso e non concesso che io non sono un artista, ma sono un manager e ho delle società, ho anche delle case di proprietà tra Roma e Milano, quindi sono una garanzia per chiunque mi si metta in casa. Ora, perché ho condiviso questo video e perché è molto importante. Non tanto per me, perché io sono fortunato, ho una bella vita, ho un bel lavoro, ho già una casa che a trent’anni oggi in Italia è veramente una rarità l’ho fatto per tutte quelle persone che non sono fortunate come me, per tutte quelle minoranze."