Roma per Costantino non è una città, è un’idea che sta morendo se non si cambia tutto

La Roma dei vivi è ormai periferia dell’impero, ma la Roma dei morti è ancora grandiosa, con mausolei e templi dove gli imperatori sono adorati come dei. Massenzio vorrebbe che suo figlio Romolo fosse uno di loro. Egli crede nel passato, perché il passato di Roma è la garanzia della sua eternità. Costantino è l’opposto: è un soldato, e nelle guerre contro i barbari ha imparato che l’unico modo per difendersi è attaccare per primo. Ha trascorso metà della sua vita a dormire in tenda come farà questa notte. Ma lui anche quando dorme cavalca. Vive a cavallo della storia. Sempre di più ha la sensazione di essere stato scelto per cambiarla. Roma per Costantino non è una città, è molto di più. È un’idea che sta morendo se non si cambia tutto. È la civiltà stessa che reclama un nuovo ordine per allontanare il suo crollo. Ed ora queste due concezioni stanno per affrontarsi. Massenzio, che governa Roma, è considerato un usurpatore. Costantino che forse vedrà Roma pe
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