Tutto in nome della sicurezza: Piantedosi prepara il Grande Fratello nelle nostre città

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Ha fatto molto discutere, l’apertura del #ministro dell’Interno italiano #piantedosi , alla possibilità del riconoscimento facciale integrato al sistema di #sorveglianza delle #videocamere nelle #citta italiane. In sostanza, l’idea è quella di integrare il sistema di video sorveglianza con le modalità del riconoscimento facciale. Il tutto, nel nome della sicurezza, il grande idolo della #civiltà neoliberale. Si dice che per garantire più sicurezza, per proteggere i cittadini da una città sempre più inabitabile, sempre più simile al Far West, è bene potenziare i dispositivi di controllo e i dispositivi securitari. E tra questi una posizione di primaria importanza è occupata, spiegano, dal sistema del riconoscimento facciale. Ora, in primo luogo, non sfugga come quello che stiamo vivendo sempre più si configuri come un capitalismo della sorveglianza totale e potenzialmente totalitario, un capitalismo che pretende di amministrare, controllare i corpi in ogni loro movimento e magari anche in ogni loro pensiero. Il #capitalismo della sorveglianza è quello che realizza il sogno di Jeremy Bentham, del Panopticon, di una struttura totale e totalitaria che osserva e controlla i suoi detenuti in maniera ininterrotta, e lo fa nel caso specifico di cui stiamo parlando in nome della sicurezza. Ecco il grande mantra neoliberale, quello secondo cui per garantire la sicurezza occorre ridurre le libertà e comprimere i diritti. L’abbiamo appreso in maniera netta nei tre anni dell’emergenza pandemica e possiamo ben dire che questa è la cifra della civiltà neoliberale che utilizza il dispositivo securitario.

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